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Politica
Il Pd vince ma arretra. Astensione boom. Vola la Lega in Emilia R.


L'astensionismo alle regionali? "E' un elemento che deve far riflettere, preoccupare, ma e' un elemento secondario. Oggi non e' che tutti hanno perso. Hanno vinto i due candidati del Pd". Lo ha detto Matteo Renzi oggi a Vienna, commentando l'esito delle elezioni di ieri. Le forze politiche che hanno contestato le riforme" - sottolinea il premier - faranno un bilancio, ma "noi siamo molto soddisfatti".

Sulle regionali in questi mesi "il mio partito ha vinto 5 a 0. Oggi una qualsiasi persona normale dovrebbe essere felice. Il risultato e' molto importante in Emilia Romagna e in Calabria". Lo ha detto il premier Matteo Renzi oggi a Vienna commentando l'esito delle elezioni regionali. "Si cambia pagina anche in Calabria. Il Pd conferma il 40% delle Politiche. E' un risultato da accogliere con grande soddisfazione", sottolinea il presidente del Consiglio.

Dopo aver espresso soddisfazione per l'esito delle regionali il premier Matteo Renzi - oggi a Vienna - sottolinea che l'interesse del presidente del Consiglio "non e' mettere le bandierine, ma risolvere i problemi degli italiani".


I RISULTATI DELLE REGIONALI

Il vero vincitore delle elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria è l'astensione, che oscura il successo del Pd con Stefano Bonaccini (Emilia Romagna) e Mario Oliverio (Calabria). Solo 4 cittadini su 10 sono andati alle urne, con picchi (verso il basso) mai visti, soprattutto in E.R..

Mario Oliverio è stato eletto presidente della Calabria con oltre il 60% delle preferenze (ma alla lista Pd va solo il 24% dei voti, in netto calo rispetto al 35% delle Europee di maggio, con quasi il 13% che va alla lista con il nome del presidente). Il centrodestra, che si presentava diviso, si è diviso i voti: Wanda Ferro (Fi-Fdi) intorno al 23%, Nico D'Ascola intorno al 9%. Danza invece intorno al 4% la percentuale di Cono Cantelmi del Movimento 5 Stelle, che quindi non entrerà in consiglio.

In Emilia Romagna Stefano Bonaccini (centrosinistra) con circa il 49% dei consensi ha superato Alan Fabbri (leghista candidato del centrodestra), fermo poco sopra il 30%, ed è il prossimo presidente della regione. Ma il Pd rispetto alle Europee ha perso più di sette punti percentuali. Fabbri stesso, a metà dello spoglio, lo ha chiamato per congratularsi della vittoria. Va sottolineato però come Bonaccini non arrivi al 50% in una regione 'rossa', da sempre in mano alla sinistra, un risultato che lui definisce "buono, che non è mai stato in discussione. Abbiamo cinque anni per dimostrare di fare bene".

Il candidato del Movimento Cinque Stelle, Giulia Gibertoni, si ferma sotto il 15%. Significativo il dato all'interno del centrodestra, dove la Lega Nord di Matteo Salvini 'doppia' Forza Italia, 20% a 8 per cento. Il Carroccio quadruplica i voti rispetto alle Europee (era al 5%) e diventa il secondo partito della regione. Forza Italia perde circa tre punti e il M5S 6. Il sorpasso atteso e previsto c'è stato effettivamente, e questo potrebbe causare un terremoto nella coalizione di centrodestra e nei pesi relativi dei vari partiti. Lo sottolinea lo stesso Fabbri: "Prendere più del 20% nella maggior parte dei seggi dell'Emilia Romagna è un dato importante e ha un'importanza fondamentale anche per quello che riguarda il voto politico a livello nazionale". Un voto che "cambia gli equilibri a livello italiano", ma non solo nel centrodestra. "Si apre un fronte anche nel centrosinistra - sostiene Fabbri - perché mette sotto i riflettori una poiitica che non ha entusiasmato".

Renzi ai suoi: "Vittoria netta". A spoglio ancora in corso, ma quando i risultati si stavano delineando, dal Nazareno è trapelata la soddisfazione del leader Matteo Renzi, il cui pensiero si può riassumere così: "In sei mesi abbiamo strappato quattro regioni alla destra. Il Pd supera il 40% sia in Emilia che in Calabria, mentre i partiti che appoggiano lo sciopero generale hanno percentuali da prefisso telefonico. Certo, affluenza preoccupa, ma il dato elettorale è chiaro: vittoria netta". E ancora: "La Lega asfalta Forza Italia e Grillo, non il Pd". Concetti ribaditi in un tweet.
 
Analisi non condivisa dalla Lega, con il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, che dice in un tweet "il pallone #Renzi si sta sgonfiando". Anche Alan Fabbri cerca di spostare il dibattito dal regionale al nazionale: la bassa affluenza, ha risposto indirettamente al premier, "è uno schiaffo per il governo, il Pd è stato asfaltato da queste elezioni".

Il crollo dell'affluenza. Come detto, la flessione dell'affluenza ha toccato livelli mai visti. Soprattutto in Emilia Romagna il dato è clamoroso: 37,7% contro il 68,1 delle elezioni precedenti. Trenta punti percentuali in meno. In Calabria è andata un po' meglio, ma solo perché si partiva da un dato più basso: hanno votato il 43,8% degli aventi diritto, contro il 59 del 2010. Il calo è poco più del 15%, ma il dato è comunque lontano dal 50%: hanno votato meno di un elettore su due.

Il rischio 'disaffezione', l'incubo astensione, il non-voto come voto. Si è avverato tutto. Le elezioni regionali di oggi interessavano due territori lontani e diversi tra loro: l'Emilia Romagna e la Calabria. In entrambi i casi, però, i cittadini sono stati chiamati a tornare alle urne con una tempistica anticipata rispetto alla scadenza naturale dei mandati per lo scioglimento della giunta.

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