Le elezioni spaventano gli Usa. ‘Roma a rischio ingovernabilità’

Nel suo incontro a Washington con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Presidente Obama è stato chiaro: l'Italia deve continuare sul cammino delle riforme che è stato intrapreso dopo la nomina di Mario Monti a capo del Consiglio dei Ministri. Nomina che è stata fortemente voluta e sponsorizzata dallo stesso Napolitano che, secondo il Presidente americano, è un "amico personale" e un "grande statista".
Ma c'è una cosa che l'inquilino della Casa Bianca vorrebbe dire, ma non può farlo. E cioè che il quadro che va delineandosi in Italia è preoccupante. La frammentazione dello scenario politico non fa bene alla stabilità del Paese che, molto probabilmente, si ritroverà con un governo azzoppato, figlio di accordi post elettorali e di alchimie politiche. Un governo che non avrà la maggioranza e che quindi non potrà dare nuovo impulso alle riforme, né mettere il Paese sulla strada della crescita economica. C'è poi un elemento che spaventa moltissimo l'Amministrazione Obama: Beppe Grillo. Il Movimento 5 Stelle potrebbe essere la seconda formazione del Paese ed entrare quindi prepotentemente nel Parlamento. Una forza poco "responsabile" e "imprevedibile". Un elemento di instabilità che potrebbe persino mettere a rischio la tenuta dell'Unione europea.
Se l'Italia è un Paese certamente importante nelle relazioni bilaterali, gli Stati Uniti sono molto più preoccupati dalle conseguenze che il voto a Roma potrebbe avere nel resto d'Europa. Gli Usa non fanno mistero di voler avere una Europa forte e spedita verso la crescita e da sempre contestano diplomaticamente il rigore tedesco che rischia di strangolare l'economia del Vecchio Continente. Una Italia debole, in un contesto europeo egemonizzato da Berlino, rischia di rallentare la ripresa e di avere conseguenze nefaste anche sull'altra sponda dell'Atlantico.