Politica
Elly Schlein: "Sostegno a La Russa? Vergogna". Il congresso Pd va anticipato

Col centrodestra spaccato e l'ipotesi di voto anticipato a gennaio (più le regionali in primavera), il Pd deve stringere i tempi
Elly Schlein: "Il voto a La Russa? Come i 101 di Prodi"
Elly Schlein definisce una "vergogna" il soccorso di alcuni misteriosi senatori dell'opposizione all'elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato: "Mi hanno ricordato i 101 franchi tiratori del 2013 contro Romano Prodi", dice la deputata, ricordando la vicenda dalla quale nacque il suo percorso politico.
Finalmente, quindi, dopo lo stupore che abbiamo manifestato ieri, la sinistra almeno dà un segno di vita di fronte alle scelte della maggioranza, che ha puntato provocatoriamente su candidati divisivi come La Russa e Lorenzo Fontana: "Una pessima partenza. La destra mostra il suo vero volto offrendo per le massime cariche dello Stato i suoi profili più estremisti. Hanno scelto candidature divisive, persone che anzichè rappresentare tutti i cittadini hanno sempre fatto scelte per discriminarne alcuni. La destra dimostra così di avere scarso senso delle istituzioni", ha aggiunto Elly Schlein al Tg1.
Ok, ma se già c'eravamo stupiti del torpore di fronte all'elezione dei presidenti delle camere, a maggior ragione dall'opposizione serve un segnale forte, dopo che la clamorosa rottura nel centrodestra ha aperto l'ipotesi di un voto già il prossimo gennaio. Certo, non è scontato che ci si arrivi, ma se fonti ai massimi livelli della maggioranza dicono ad affaritaliani.it che si tratta di una cosa "possibile", il Pd dovrebbe darsi una svegliata e magari provare a coinvolgere anche il resto dell'area progressista.
Elly Schlein faccia un passo in più e lo dica ad Enrico Letta, del quale è stata il braccio destro in campagna elettorale e che la sinistra del Pd vedrebbe molto bene come sua erede. Scenda in campo palesemente e spieghi ai capi delle varie correnti che l'idea di tenere il congresso Dem solamente a marzo è una follia, nel quadro che si va delineando.
Tra dicembre e gennaio si voterà per la Regione Lazio e in primavera per la Regione Lombardia. Anche se quest'ultima sfida dovesse essere posticipata tra maggio e giugno, come appare ormai scontato, non ci sarebbe il tempo necessario per ridefinire da zero l'identità del Pd (questo serve, nulla di meno) e nel contempo fare anche efficaci campagne elettorali per due sfide molto complicate. Senza contare il dramma politico-economico nel quale il Paese precipiterebbe nel caso che già a gennaio si dovesse rinnovare il Parlamento.
Ci si attrezzi per tempo, almeno. E, magari, si cancellino le settimane bianche già prenotate per le feste natalizie, se del caso.