Faccia a faccia Berlusconi-Alfano. 48 ore per ricucire

Un faccia a faccia durato più di tre ore. Angelino Alfano è arrivato ieri sera a Palazzo Grazioli per un incontro difficilissimo con Silvio Berlusconi a tre giorni dal Consiglio nazionale che potrebbe sancire lo strappo nel partito. All'uscita, nessuna dichiarazione. Secondo le prime indiscrezioni il confronto è stato "teso" e i due si sarebbero dati altre 48 ore per tirare le somme.
Tuttavia il Cn di sabato si terrà. Nessun rinvio come qualcuno (tra i governativi) avrebbe sperato. Da qui a dire che il dado è tratto, però, ce ne corre. Perché Silvio Berlusconi è intenzionato ad andare avanti, a riprendere tutto il potere del partito (che nel frattempo sarà diventato Forza Italia). Ma nelle ultime ore sarebbe tornato nella versione mediatore. Questo non vuol dire che il Cavaliere si sia ammorbidito sulla questione della sua decadenza: continua a considerarla un "omicidio politico" messo in atto dal Pd per sgomberare la scena politica dalla sua presenza. Ancor di più continua a temere che un secondo dopo le procure si scateneranno contro di lui, che ci sia qualcuno che vuole "accompagnarlo a braccetto in carcere".
Questo è quello che ha detto ai cosiddetti baby falchi nella cena di martedì sera e questo è quello che continua a ripetere ai suoi interlocutori. Lo ha ribadito anche ieri al gruppetto di lealisti e mediatori ricevuti a pranzo a palazzo Grazioli: Fitto, Verdini, Bondi, Santanchè, Gasparri e Romani. Ma l'ex premier nell'ultima versione è quello che ha alzato la bandiera dell'unità. "La scissione sarebbe un errore e non conviene a nessuno", avrebbe ripetuto. Se si tratti solo di tattica, ossia di un modo per dimostrare che la rottura (se ci dovesse essere) non potrebbe essere intestata a lui, è presto per dirlo. D'altra parte mancano ancora tre giorni all'ora x e - soprattutto - questa sera il Cavaliere avrà un nuovo incontro con Angelino Alfano. L'ultimo faccia a faccia, d'altra parte, era finito male e dal 2 ottobre tra i due qualcosa si è irrimediabilmente compromesso.
Tuttavia si sta trattando per cercare di trovare un'intesa che possa evitare che il Consiglio nazionale si trasformi in uno show down. Di fatto si tratterebbe di un rinvio del nodo principale, ossia quello della permanenza della delegazione azzurra al governo dopo che il Pd avrà votato la decadenza. Quello che Silvio Berlusconi pensa è chiaro a tutti e la reazione che avrà quando si troverà di fronte al fatto compiuto difficilmente potrà essere diversa da "furente". Ma il Cavaliere vorrebbe arrivare a quel momento con quante più truppe possibili alle spalle e poi giocarsi la partita. Anche in base alle convenienze del momento. Momento che, stando a ciò che gli ripetono i governativi, potrebbe anche slittare oltre il 27 novembre.
L'ipotesi è che nel discorso di sabato il Cavaliere tralasci sia la questione dei futuri assetti del partito (limitandosi a riprendere tutto nelle sue mani) sia dichiarazioni troppo esplicite sul governo e sul cosa accadrà dopo la sua decadenza. L'obiettivo sarebbe quello di uscire dal palazzo dei Congressi dell'Eur con un unico documento votato all'unanimità, che poi sarebbe quello dell'Ufficio di presidenza. Il quale, però, potrebbe essere emendato in qualche piccola parte con il contributo dei governativi. Ipotesi, al momento. Perché non è detto che le reazioni dell'una e dell'altra fazione siano favorevoli. Per i lealisti il rischio è quello di non 'andare all'incasso nonostante l'abbondanza di firme raccolte tra gli aventi diritto. "Un'intesa - dice per esempio Raffaele Fitto - va trovata con tutti, non soltanto con Angelino Alfano".
Ma lo stesso vice premier non si trova certo in una situazione agevole. Sa bene che buona parte dei governativi vorrebbero strappare subito. E sa bene che se dovesse scegliere un accordo al ribasso perderebbe parte di chi lo sostiene adesso e, di conseguenza, anche del suo potere contrattuale. Che la situazione sia tesa, lo dimostra il flusso ininterrotto di schermaglie che continuano a inondare la rete. Una su tutte: Fitto che accusa Alfano di voler "fare la festa a Berlusconi" e lui che risponde: "Qui c'è qualcuno che vuole trasformare il Consiglio nazionale in filmati da mandare su Youtube".