Fi, Berlusconi fa i conti in tasca. La scissione? Costerà 200 milioni

Si tratta di soldi, tanti soldi, milioni di euro. Berlusconi si è fatto i conti in tasca e le divisioni all'interno del partito rischiano di costargli una fortuna. Prima di tutto per quanto riguarda i rimborsi elettorali. Il Pdl ha diritto a riscuotere assegni per un valore di 25 milioni di euro. Soldi che rimarrebbero allo Stato nel caso in cui il Pdl si sciogliesse e che invece andrebbero ad Angelino Alfano nel caso in cui Berlusconi decidesse di rifondare Forza Italia. Un motivo in più per tenere unita la famiglia.
Ma c'è di più. Il Cavaliere ha investito nel Pdl quasi 20 milioni di euro in fidejussioni, mentre ancora sta pagando i conti di Forza Italia: circa 150 milioni. Fi infatti ha chiuso il 2012 con un disavanzo patrimoniale di quasi 68 milioni di euro e debiti per oltre 88 milioni di euro. Totale: un buco nero da 156 milioni garantito solo ed esclusivamente da fidejussioni personali dello stesso Berlusconi. Insomma: soldi di famiglia. E in un momento in cui le cose anche per Mediaset non vanno benissimo, il Cavaliere sta valutando se sia ancora il caso di garantire per il partito.
A titolo esemplificativo, Silvio Berlusconi si è ritrovato costretto a fare, nei primi mesi del 2013, una donazione da 15 milioni di euro per ripianare un debito del Pdl.
Il Cavaliere inoltre nutre un forte risentimento verso i suoi sottoposti. Nel 2012, infatti, i membri del Popolo della Libertà hanno - salvo rare eccezioni - mancato di versare le proprie quote associative annuali che ammontano a poche decine di euro ed arrivano fino a mille euro per i soli eletti in Parlamento. Sono stati raccolti appena 40 mila euro contro i quasi 14 milioni di euro del 2011.