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Politica
"Fondi Lega: ecco come stanno le cose". Parla il tesoriere Giulio Centemero

Il caso dei fondi della Lega, dopo l'inchiesta de L'Espresso, ha aperto un nuovo fronte all'interno della maggioranza. Il M5S, per bocca del sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, ha preteso dal Carroccio un chiarimento. Affaritaliani.it ha chiesto come stanno le cose al tesoriere della Lega Giulio Centemero, capogruppo del partito di Matteo Salvini in Commissione Finanze alla Camera dei Deputati
 

“E’ mio dovere fare chiarezza rispetto a chi vuole solo ed esclusivamente falsificare la realtà. Ringrazio Affaritaliani.it per questa opportunità e lo spazio che mi e ci sta dedicando”. Così Giulio Centemero, tesoriere della Lega e capogruppo in Commissione Finanze a Montecitorio, ad Affaritaliani.it. “Ho perso il conto degli articoli che l’Espresso ha pubblicato nell’offensiva che, con cadenza quasi settimanale, va avanti da oltre un anno. Non mi faccio intimorire perché non ho nulla da temere, ma non riesco proprio a tacere il senso di profondo disgusto che mi provoca vedere una simile mistificazione della realtà. Non fraintendetemi so bene che le bocche dei cannoni non sono puntate contro di me, non credo di meritare tanta attenzione, ma sono tutte rivolte contro il partito. Lo scopo è evidente e non è certo quello di raccontare fatti e notizie di reale interesse ma, piuttosto, di confezionare presunti “scoop” per cercare di indebolire il legame che si è creato tra Salvini e gli italiani che ne stanno apprezzando l’azione di governo. E cosa c’è di meglio se non stuzzicare il lettore con una finta notizia di sperpero di denaro. Ed è così che i due fedelissimi di questa campagna diffamatoria, Giovanni Tizian e Stefano Vergine, hanno provato, in articoli e pubblicazioni precedenti, ad infangare senza successo Salvini e le persone che mi hanno coadiuvato nella gestione amministrativa del partito. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, i due hanno pensato bene di insistere e questa volta il presunto “scoop” riguarderebbe la gestione di soldi privati, in particolare dei sostenitori leghisti. Ed allora, verrebbe quasi da ringraziarli a nome dei tanti militanti e sostenitori del partito per questa loro attività di ulteriore revisione dei nostri bilanci".

"Peccato che non sappiano far di conto - spiega Cenetemero - e che le spese del partito siano già soggette a doppia revisione e alla verifica, scontrino per scontrino, da parte della commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici composta da magistrati esperti in materia contabile. Vediamo più nel dettaglio. La tesi dei giornalisti è scritta a chiare lettere già nel titolo: “così Salvini ha fatto sparire tre milioni”. L’intento dichiarato è mostrare come la nuova Lega non si discosti dalla gestione del partito quando ne era tesoriere Belsito. Un tempo “i soldi del partito venivano usati per gli affari privati del fondatore e della sua famiglia”. Allo stesso modo, stando alla ricostruzione de L’Espresso, i soldi dei sostenitori leghisti “sono usciti dalle casse e sono spesso finiti” a società private e sui conti personali di uomini molto vicini allo stesso Salvini. Gente come il tesoriere Giulio Centemero, i commercialisti bergamaschi Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, alcune semisconosciute imprese lombarde che ultimamente hanno fatto grandi affari con la Lega salviniana”. La rappresentazione data dei numeri è volutamente alterata per contribuire a dipingere un quadro opaco della gestione dei conti e per far credere che mentre le casse del partito piangono qualcuno se ne sia approfittato".

"Niente è più lontano dalla verità. L’attività maggiormente impegnativa di cui mi sono fatto carico, da quando nel 2014 ho assunto la carica di tesoriere, è stata proprio quella di mettere in ordine i conti. Nell’arco dei primi anni ho dovuto razionalizzare molti costi operando scelte complicate e dolorose che hanno portato ad una riduzione progressiva del deficit di bilancio. Oggi i conti della Lega dimostrano la bontà delle scelte intraprese fin dall’inizio. Basti pensare che al momento del mio arrivo la Lega, sull’onda lunga dei finanziamenti pubblici ai partiti, contava su entrate tali da poter sostenere una macchina amministrativa e gestionale composta da oltre 70 persone, mentre oggi conta solamente 7 dipendenti. La medesima attività viene svolta grazie al supporto dei commercialisti Manzoni e Di Rubba. Lo studio CLD e lo Studio Dea, con le rispettive strutture e con i professionisti di cui si avvalgono, negli anni hanno prestato attività di assistenza, consulenza societaria e fiscale, di diritto del lavoro nonché di contabilità e attività amministrativa. La scelta di esternalizzare l’attività è stato un passaggio obbligatorio e conseguente all’attività di ristrutturazione e di ridimensionamento dei costi che ho portato avanti nel mio mandato da tesoriere. La medesima attività precedentemente era svolta da circa 10 dipendenti, oltre i numerosi professionisti esterni che assistevano il personale interno, ed era molto più onerosa per il partito".

"In estrema sintesi - prosegue il tesoriere della Lega -, il costo per l’attività amministrativa attuale è pari a meno di un quarto di quanto si spendeva prima dell’avvento di Salvini, quale segretario del partito. Se di numeri vogliamo parlare allora vanno dati tutti. Non c’è nulla di più parziale di buttare in pasto numeri senza curarsi di fare un raffronto con il costo per i medesimi servizi in altri periodi. Poiché, infatti, se si osservano i dati di bilancio del partito, invito tutti a farlo, è del tutto evidente che sotto la mia gestione i costi complessivi hanno avuto una riduzione di oltre il 70%. E allora come si può parlare di sperpero di denaro o di soldi fatti sparire da Salvini? L’operazione è semplice; basta slegare i numeri dalle prestazioni che vengono prestate in favore del partito e si può affermare qualsiasi cosa. Come nel caso di Non Solo Auto. Si parla di spostamenti vorticosi di denaro come se stessimo parlando di flussi di denaro che senza giustificativo passano da un soggetto all’altro. Ed invece, molto banalmente, si tratta della società di noleggio che ha fornito l’intero parco auto per le attività istituzionali e i mezzi per lo svolgimento delle campagne elettorali. Allo stesso modo, stando alla lettura dell’articolo ulteriori somme sarebbero andate alla società Barachetti service s.r.l., quasi come fossero una donazione. Ed invece, ancora una volta la realtà è molto semplice e altrettanto distante da quanto narrato da L’Espresso".

"La società Barachetti Service, come era facilmente intuibile e comunque verificabile, svolge attività di ristrutturazione edile e ha svolto lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria sugli immobili detenuti dalla società Pontida Fin. Al momento dell’assunzione dell’incarico di tesoriere ho dovuto costatare che la maggior parte degli immobili di Pontida Fin necessitava, e tuttora necessita, di dispendiose manutenzioni strutturali. Si tratta, in molti casi, di attività improcrastinabili di messa in sicurezza, come per la Scuola Bosina di Varese, che oggi consentono di mettere a reddito l’immobile e di rientrare dell’investimento. Non credo sia utile proseguire oltre. Tuttavia mi preme fare un’ultima osservazione perché trovo inaccettabile che società, come la Barachetti service s.r.l., siano messe in croce unicamente per aver svolto servizi o prestazioni nei confronti del partito o di società da questo partecipate. Verrebbe quasi da pensare che il messaggio, sicuramente non voluto, suona più o meno in questi termini: state alla larga dalla Lega.Si tratta di un clima nel quale siamo già passati. Qualcuno si ricorderà quando i più importanti giornali e i più noti tra i benpensanti davano la Lega per finita, chiusa, vicina al “fallimento”. Quello che forse non si sa è che in quei momenti trovare fornitori disposti a dar fiducia al partito non è stato facile. Ed è proprio grazie al lavoro di tutti e alla disponibilità di fornitori, come la Barachetti service e altri, che si è potuto realizzare il lavoro di ristrutturazione della Lega di cui sono orgoglioso. Vedere oggi mistificato questo immenso lavoro lascia un sapore amaro", conclude Centemero.

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