Forza Italia sale al Colle. E Giorgio manda Letta alle Camere
La partita sulla legge elettorale sembra finita in un pantano e allora il governo - in sintonia con il Colle - rilancia la possibilita' di un intervento ad hoc, escludendo pero' lo strumento del decreto. Ed e' proprio sulle riforme che il Presidente della Repubblica vorrebbe che si registrasse un'ampia convergenza o che perlomeno non si perdesse piu' tempo. Alla delegazione di Forza Italia, giunta al Quirinale per protestare contro le modalita' che ha causato l'estromissione di Silvio Berlusconi dal Senato, la prima carica dello Stato ha aperto sulla necessita' che ci sia un "passaggio parlamentare" in modo da verificare i numeri e l'agenda della nuova maggioranza. La mossa naturalmente e' concordata con il presidente del Consiglio, insieme studieranno tempi e forme. Questo passaggio parlamentare - spiegano fonti dell'esecutivo - rendera' ancora piu' manifesta la nostra forza. Il premier, riferiscono anche i parlamentari lettiani che hanno avuto modo di sentirlo (oggi il premier e' a Vilnius), e' tranquillo, puo' contare sui numeri (la quota 171 sulla legge di stabilita' e' considerata ottima) mentre sul programma sentira' le sollecitazioni che arriveranno dopo l'8 dicembre, pur ribadendo che non ci sono le condizioni per qualsiasi stravolgimento. Ma in cima alle preoccupazioni del Capo dell'esecutivo e del Colle c'e' proprio l'iter delle riforme, la necessita' e' che tutte le forze politiche responsabili, compresa Forza Italia, concorrano a 'sbloccare' l'impasse.
Durante il week end il governo mettera' a punto la strategia, considerando che il pronunciamento della Corte sul 'Porcellum' potrebbe arrivare a ridosso di Natale. Il timore nel governo, riferiscono fonti ministeriali, e' che qualora il confronto sulla legge elettorale dovesse spostarsi alla Camera dei deputati e' certo che i numeri sulla carta sarebbero ancora piu' alti, ma e' pur vero che a Montecitorio Matteo Renzi potrebbe contare su una forza maggiore. Una forza che potrebbe 'terremotare' l'esecutivo e spingere alle elezioni anticipate. Berlusconi non aspetta altro: nella sua prima giornata da 'decaduto' l'ex premier sta accelerando sul 'nuovo corso' del partito, ha deciso che decidera' tutto lui, da presenze in tv ad incarichi (la prossima settimana e' possibile un ufficio di presidenza) e nel frattempo lavora affinche' si arrivi alla revisione del processo Mediaset. In Forza Italia c'e' una parte, incarnata dai 'mediatori' e spinta anche da esponenti da sempre vicini al Cavaliere, come Gianni Letta, che vorrebbero 'aprire' sulle riforme. Ma l'ex presidente del Consiglio ha deciso di indossare i panni del 'falco' e di puntare tutte le sue fiches sul voto. Il presidente del Consiglio, invece, e' determinato a continuare il suo lavoro e convinto di poter accelerare. Per questo motivo sta preparando - riferiscono sempre fonti parlamentari - l'incontro con il nuovo segretario del Pd, con la convinzione che il sindaco di Firenze dovra' per forza collaborare sulla legge elettorale. Collaborare anche con 'Ncd' e Scelta civica. "Se Renzi decidesse di rompere subito - sottolinea un lettiano - allora gli toccherebbe tenersi le larghe intese a vita?".