Addio Pdl/ Quagliariello: "Divisi fu futuro del Paese". Scatta la conta fra falchi e colombe

Il giorno dopo la cancellazione del Pdl e del varo da parte di Silvio Berlusconi della nuova Forza Italia iniziano le prime prese di posizione dei cosiddetti "governativi" capeggiati dal ministro dell'Interno Angelino Alfano. "Il fatto che membri dell'ufficio di presidenza, come Alfano, non siano stati presenti ieri non è un caso, indica una distanza nel metodo e sulla linea politica", dice Gaetano Quagliariello che fa piazza pulita delle rassicuranti spiegazioni date ieri da Silvio Berlusconi e dalla componente dei cosiddetti "lealisti".
"Il nodo di fondo - spiega il ministro delle Riforme - è uno, quello del governo: alcuni pensano che questo governo, che certamente non è il migliore possibile, debba comunque andare avanti, perché una crisi sarebbe devastante; altri pensano che questo governo non stia facendo il bisogno del Paese. Questa contraddizione si ritrova anche nel documento votato ieri, da una parte si dice che il governo debba andare avanti, dall'altra che il tema della giustizia potrebbe diventare dirimente".
"Noi - sottolinea ancora Quagliariello - pensiamo che Berlusconi vada difeso ma che il problema non possa essere scaricato sul Paese, soprattutto perché lo scenario che si aprirebbe sarebbe molto grave". Il destino dell'esecutivo, precisa, "non è un punto di second'ordine, è centrale per la linea politica" Senza commentare il ritorno a Forza Italia deciso ieri, per Quagliariello comunque "c'è lo spazio per un confronto" anche perché "noi stiamo tutti nel centrodestra e ci stiamo con tutti e due i piedi e con il cuore". Intanto con un twitt Roberto Formigoni, paladino della linea "governativa", assicura che "continua a aumentare numero di parlamentari, consiglieri regionali, membri del consiglio nazionale del Pdl che stanno sulle nostre posizioni".