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Politica
Forza Italia perde pezzi: dopo Polverini, Rossi e Causin votano sì al governo

FI PERDE PEZZI ANCHE AL SENATO. SCOPPIA CASO ROSSI, EX TESORIERA FEDELISSIMA DEL CAV

Dopo il caso di Renata Polverini, scoppia quello della senatrice azzurra Maria Rosaria Rossi, considerata fedelissima di SilvioBerlusconi che ha votato la fiducia al GOVERNO Conte in serata a palazzoMadama insieme al collega forzista Andrea Causin. Per Rossi si tratta diuna defezione che ha del clamoroso, destinata a far discutereall'interno e fuori dal partito. Uno strappo che coglie di sorpresa i vertici di Fi, inaspettato fino ad ora, mentre l'addio di Causin eranell'aria da qualche giorno e la sua assenza dell'Aula sin da stamane non aveva fatto altro che destare sospetti.  

Governo, Tajani: chi ha votato sì è fuori da FI

Causin e Rossi, i due senatori di Fi che hanno votato si' alla fiducia, "sono fuori dal partito: votare con il Governo in questo caso non e' una questione di coscienza". Lo dice Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, interpellato in transatlantico al Senato. Tajani spiega di aver informato Silvio Berlusconi, insieme alla capogruppo Anna Maria Bernini. 

CAUSIN: PERCHE' HO VOTATO "SI" ALLA FIDUCIA 

"L’Italia e l’Europa stanno affrontando una crisi sanitaria ed economica senza precedenti.

In poco meno di 10 mesi nel nostro Paese ci sono stati oltre 2,5 milioni di contagi e 91 mila morti.

L’infezione COVID ha messo a dura prova il nostro sistema sanitario e il nostro sistema economico, poiché le chiusure e le limitazioni che si sono rese necessarie hanno portato alla chiusura di oltre 350 mila piccole imprese commerciali ed artigiane e rischiano di essere perduti milioni di posti di lavoro. Perdita arginata oggi solo dall’uso massivo della cassa integrazione.

La peggiore medicina, per un grande Paese come l’Italia, è l’instabilità politica ed istituzionale.

Il contrasto alla pandemiadal punto di vista sanitario ed economico, con le cure, la prevenzione vaccinale e le ingenti risorse economiche messe a disposizione dallo Stato e dall'Europa è un dovere civile che implica l’impegno di tutti, per rispetto di chi è stato colpito dalla malattia e delle tante persone che vedono svanire le fatiche e gli investimenti di una vita nelle attività di libera impresa.

Non possiamo attendere la fine della pandemia per ricostruire il Paese.

Si deve agire subito e, in questo scenario, ho deciso di accogliere l’appello del Presidente della Repubblica Mattarella condiviso dalle forze sociali ed economiche del Paese, e dare il mio contributo affinché si possa uscire da una crisi che gli Italiani non solo non comprendono, ma che sentono dalle paure oggi più che mai dalle paure e dai bisogni che hanno.

Ho riscontrato nell’intervento del Presidente Conte la volontà forte di apertura di una nuova stagione politica e di ripensare, in modo più incisivo ed efficace l'azione del Governo soprattutto per il contrasto alla pandemia.

Nel momento in cui, sarebbe più facile e comodo fuggire dai propri doveri, stare defilati ed attendere gli eventi, ho deciso di fare un passo avanti.

Il mio “SI” alla fiducia vuole essere un contributo ad aprire una stagione politica nuova in un paese dove in soli 8 mesi, i bisogni e le questioni sociali sono radicalmente mutate.

Un passo avanti sofferto perché nella politica gridata di oggi certamente decidere significa anche recidere rapporti con le persone e con la comunità politica di Forza Italia a cui sono appartenuto e in cui mi sono trovato bene nonostante io abbia pubblicamente sempre espresso grandissimo disagio e preoccupazione per una deriva populista e sovranista della coalizione, distante dai miei valori e dalla mia storia personale".

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