Politica
Forza Italia, Tajani rilancia nel nome del Cav. Ma c’è chi canta il de profundis
La crisi politica e organizzativa di Forza Italia, già in corso da anni, rischia di concludersi con un flop alle elezioni Europee della primavera 2024
La questione è politica, con Forza Italia che, pur molto indebolita elettoralmente con il tonfo delle politiche del 25 settembre 2022 all’8,1% dopo la Lega all’8,8% e FdI al 26% (FI: 21% alle sue prime elezioni politiche del 1994 con il record del 30,6% alle europee stesso anno poi sopra il 35% nel 2008 e nelle europee 2009 ma con il simbolo Pdl insieme ad Alleanza nazionale) resta baricentro fra le forze di maggioranza, punto di equilibrio tra i partiti al governo e, soprattutto, fra i leader di questi partiti.
Senza più il Cav, non è irrealistico pensare che l’elettorato di FdI possa cercare altri lidi dividendosi in gran parte fra Fratelli d’Italia e Lega, restando comunque nell’area del centrodestra. Non è la prima volta, non solo in Italia, che un partito si identifica con il proprio leader e che scompare con la sua morte.
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Al di là delle buone intenzioni a caldo del vice premier Antonio Tajani (in gioventù militante del “Fronte monarchico giovanile”) di voler dimostrare che il partito di Berlusconi c’è anche senza più Berlusconi, ha una sua ragion d’essere e una sua prospettiva politico-elettorale in Italia e nella Ue”, c’è la realtà, un vento che nel centrodestra tira a favore di Giorgia Meloni e gonfia le vele di Fratelli d’Italia.