"È stata Italia viva a uscire dal governo sbattendo la porta, nel modo più irresponsabile e nel momento più sbagliato". E' netto il parere di Goffredo Bettini sul comportamento di Matteo Renzi. "Conte qualche giorno fa, dopo il colloquio con il presidente Mattarella, aveva rilanciato la sua disponibilità a discutere con i partiti della maggioranza un patto di fine legislatura e un riassetto dell’esecutivo - sottolinea Bettini intervistato dal Corriere della Sera -. Lo spazio di un confronto concreto e sereno era grande. Nel frattempo, infatti, raccogliendo i contributi delle varie forze politiche, la proposta iniziale del Recovery plan era stata notevolmente migliorata".
"Nonostante ciò - aggiunge Bettini - Renzi ha voluto staccare la spina, spingendo l’Italia in una crisi al buio. Ora manda segnali di apertura? Ma siamo seri: che credibilità possono avere dopo una rottura così grave, accompagnata dalla soddisfazione che egli dimostra anche in queste ore per le difficoltà nelle quali ci ha cacciato? Dispiace davvero, perché in questi mesi molti parlamentari di Iv hanno lavorato bene in un impegno comune. Renzi ha buttato tutto all’aria. Non solo per il suo carattere, ma per un disegno politico di rottura dell’alleanza tra Leu, 5 Stelle e Pd, in odio a Conte e per slabbrare i confini tra la destra e i democratici, pensando così di conquistare un maggiore spazio politico”.
"Non so cosa accadrà in Parlamento - prosegue Bettini -. Ma lì occorre andare. Per verificare se Conte ottiene la fiducia che ai sensi della costituzione non richiede quorum rafforzato ma solo che i si prevalgano. Se sì, la sola cosa politicamente opportuna e moralmente giusta è rimettersi al lavoro per affrontare l’emergenza. Si è perso troppo tempo in tatticismi. Il Pd dice basta. Se ci sono i numeri, dobbiamo affrontare la pandemia che pare indomabile in tutto il mondo, vaccinare gli italiani, approntare le misure economiche e le riforme in grado di sostenere le categorie colpite dalla crisi e i lavoratori che nei prossimi mesi rischiano di perdere il lavoro per la fine del blocco dei licenziamenti, procedere sul Recovery fund. Se, invece, non si dovesse ottenere la fiducia, sarà Mattarella a indicare la strada. Per quanto riguarda il Pd: non accetteremo nessuna collaborazione con la destra sovranista, antieuropea e illiberale. Sarebbe un esito che porterebbe ulteriore confusione e precarietà".
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