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Politica
Governo, cena tra Di Maio e Zingaretti. Il menù? La "fase due"

Rilanciare la “fase due” del governo, dopo il sì definitivo al taglio dei parlamentari. Iniziare a ragionare sulla futura legge elettorale. Definire l’alleanza Pd-M5S su scala regionale: dopo l’Umbria, la Calabria (più complicata l'Emilia Romagna). Questo il "menù" della cena di lunedì sera tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, che si sono visti in un ristorante del centro della capitale e che ieri hanno avuto un nuovo incontro sulle regionali, dopo il taglio dei parlamentari.

È la seconda volta che i due leader si mettono a tavola: la prima fu lo scorso 23 agosto a casa dell’allora sottosegretario, ora ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. Come raccontano dai rispettivi quartier generali, e come riporta Il Messaggero, "Luigi e Nicola ormai si comportano da alleati: si sentono e si scrivono inchat tutti i giorni". Convitati di pietra Conte e Renzi. Di Maio e Zingaretti hanno gettato le basi per un’intesa sulla prossime riforme, senza tralasciare la manovra e pure sulla comunicazione, che va "coordinata" contro la rincorsa al titolo che produce crisi politiche, come ha dimostrato il governo gialloblù. Conversando sulla “fase due”, la discussione è caduta sulla legge elettorale che verrà.

Il tema del nuovo meccanismo di voto è estremamente delicato e sensibile, visto che da questo dipende la sopravvivenza di almeno due forze di maggioranza: Leu e Italia viva di Renzi, schierate per il proporzionale. Ma forti dell’accordo stretto in Umbria, secondo fonti autorevoli, Pd e 5Stelle stanno esplorando l’ipotesi di virare su un sistema a doppio turno su base nazionale. Non di collegio. Prima di abbracciare questo sistema, Di Maio e Zingaretti vogliono però capire se gli elettori dei due partiti possono coabitare e sommarsi. Se le elezioni umbre diranno di sì e il governo di Giuseppe Conte crescerà in solidità e popolarità, i due partiti potrebbero puntare su un’alleanza strutturata (lanciata il mese scorso da Dario Franceschini) tra centrosinistra e 5Stelle. "Così Salvini verrebbe relegato sine die all’opposizione e Renzi reso marginale, se non addirittura stritolato", commenta una fonte Pd.

Intanto, la Costituzione dà tre mesi di tempo - e in questi tre mesi non si può andare a elezioni - a 5 consigli regionali, 1/5 deiparlamentari e a 500mila elettori per promuove la consultazione. Dunque, a inizio gennaio si saprà se il referendum si celebrerà o meno. Ma al momento, visti i 553 sì incassati ieri dalla riforma, nessuno (a parte Giachetti) appare intenzionato a promuoverlo. Tanto piùche cavalcare il “no” appare decisamente impopolare. «Tutto dipenderà però da come si chiude l’accordo sulla legge elettorale», dice il capogruppo di Leu, Federico Fornaro e concordano Enrico Costa e Matteo Orfini, «se l’intesa non piacerà a qualcuno nulla gli impedirà di buttarsi sul referendum».

In questi tre mesi, in piena sessione di bilancio e con margini di tempo così stretti, difficilmente potrebbe tentare l’azzardo di far cadere Conte (suo rivale nella lotta per la conquista dell’elettorato moderato) per provare a sostituirlo con un altro premier. Ma la tensioneresta alta.  

Governo: Di Maio, con Pd si lavora. Mi sono ricreduto su certe dinamiche

"Come va con il Pd? Oggi il voto che c'è stato" sul taglio dei parlamentari "è stato un passaggio importante. Questo era un momento di fiducia e c'è stata. Con il Pd si lavora bene sugli obiettivi". Lo ha detto ieri sera Luigi Di Maio a Di Martedì. E con Zingaretti? "Fino ad ora tutte le volte che abbiamo affrontato fatti concreti, io mi sono trovato bene e mi sono anche ricreduto su alcune dinamiche che pensavo potevano esserci". 

Riforme: Di Maio, su legge elettorale prima accordo in Parlamento

Le elezioni politiche a doppio turno saranno "tema di un accordo parlamentare. Io e Zingaretti ci siamo detti che, come avevamo assicurato, affronteremo il tema". Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Radio Anch'io su Radiouno Rai precisa: "ma per quanto riguarda il modello di legge elettorale io suggerisco, prima il Parlamento trova l'accordo e poi ne iniziamo a parlare pubblicamente. Perche' non voglio trascinare gli italiani adesso nei dibattiti sugli sbarramenti, sulle soglie di sbarramento, sui doppi turni sui tripli turni".

 

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