Governo, Grillo apre a 'pseudo tecnici'. E incalza i partiti sui costi della politica

Aprire ad un governo guidato da figure "fuori dai partiti", a quello che Vito Crimi chiama un esecutivo di "pesudo-tecnici". Alla riunione dei parlamentari alla Camera, secondo quanto si apprende, il Movimento 5 stelle sta discutendo di questa opzione. Il capogruppo dei grillini al Senato, che alle 16 salira' al Colle con Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera, ha spiegato ai pochi parlamentari presenti - la maggior parte infatti ha gia' lasciato Roma per il weekend di Pasqua - che se Napolitano gli dara' una rosa di nomi, fuori dai partiti, M5S e' disposto a discuterne, come era gia' emerso del resto in altre riunioni dei deputati. Beppe Grillo non e' presente, ma i capigruppo sono in costante contatto con lui.
Beppe Grillo non molla sul fronte dei tagli ai costi della politica e attacca Parlamento, Quirinale e Province. Obiettivo, sostenere le PMI che oggi per vivere, sottolinea dal suo blog, "devono misurarsi con i concorrenti europei per livello di burocrazia, di fiscalita', di servizi, di leggi a supporto dell'imprenditoria, ad esempio dell'inasprimento per il falso in bilancio e l'introduzione di efficaci norme anticorruzione". Invece, "dal 1990 vi e' stato un raddoppio dei costi della politica di circa 20 miliardi, dovuto in massima parte alle amministrazioni centrali". Ecco gli eseempi passati in rassegna da Grillo: "Il costo del Parlamento italiano - scrive - e' il doppio di quello francese (confrontabile per numero di parlamentari: 920 > 945) e inglese: 1,6 miliardi contro lo 0,9 di Francia e 0,6 di Gran Bretagna".
"Il Quirinale - ribadisce - ha un bilancio di previsione per il 2013 di 349 milioni mentre l'Eliseo costa 112 milioni". "Il finanziamento pubblico ai partiti - ricorda ancora - vale 100 milioni di euro all'anno, somma rinunciabile con una semplice lettera, come ha fatto il M5S per i 42 milioni che gli erano assegnati". "Il taglio delle Province - sottolinea - farebbe risparmiare 2 miliardi annui. Vi sono poi i risparmi per le auto blu, circa 7.000, e delle 52.000 "auto grigie" senza autista e con minore cilindrata, con 19.000 addetti complessivi di cui 10.000 autisti per un risparmio di 800 milioni e altri minori". Il finale e' una citazione di Lao Tse: "Un viaggio lungo mille chilometri inizia con un piccolo passo".
"L'IRAP coincide grosso modo ai maggiori costi della politica in Italia comparati con i maggiori Paesi europei", e' la chiave di lettura della 'spending review' in salsa grillina. "Sarebbe sufficiente tagliare questi costi per eliminare l'IRAP e dare ossigeno alle imprese", sottolinea. "Se si misura la spesa per la politica in funzione della popolazione, l'extra costo italiano rispetto ai Paesi con dimensione equivalente e' circa un punto di PIL, pari a 16 miliardi, un terzo del deficit", e' ancora l'analisi di Grillo. "Oggi le PMI sono senza armi. Il baratro dove stanno sprofondando - incalza - lo hanno creato i partiti, quelli che ora si stracciano le vesti. La ricostruzione delle PMI deve iniziare subito per evitare il fallimento del Paese. Un primo passo e' l'abolizione dell'IRAP che ammonta a circa 20 miliardi l'anno di tasse sulle imprese, anche se in perdita. Perdono e pagano le tasse sulla perdita, lo Stato si comporta come chi davanti a uno che affoga gli lega un masso al collo. 'Seeeeeeeeeee! E i soldi dove si trovano?', questa - avverte - e' l'obiezione tipica per non fare nulla".