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Politica
Governo istituzionale e a tempo. Ecco che cosa dirà Salvini a Draghi

La strada è stretta. Un pertugio. Ma Matteo Salvini, che sabato incontrerà il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi, tiene aperta la porta del possibile sostegno (o astensione) al nuovo governo che sta per nascere. Il primo punto è quello temporale.

L'obiettivo restano le elezioni politiche anticipate, al massimo a settembre con scioglimento delle Camere a luglio prima dell'inizio del semestre bianco del presidente della Repubblica (2 agosto). E' evidente, come ha detto lo stesso Salvini, che se SuperMario ha come obiettivo la fine della legislatura, il 2023, non potrà avere i voti del Carroccio in Parlamento.

C'è poi la forma di esecutivo, altro punto importante. L'ex ministro dell'Interno non vuole una squadra con dentro politici ma, al massimo, tecnici di area. Un governo istituzionale, non tecnico, che affronti le principali emergenze del Paese. Ma quali sono i principali punti programmatici per la Lega? Su tutti il rilancio dell'economia e il sostegno al mondo delle imprese, soprattutto medio-piccole. E quindi, ad esempio, revisione delle misure di ristoro con un sostegno diverso e più adeguato in particolare a quelle categorie maggiormente penalizzate dai vari lockdown e dalle zone rosse, turismo e ristorazione in testa.

Un'altra richiesta importante a Draghi è il provvedimento di saldo e stralcio della cartelle esattoriali, una sorta di pace fiscale per non continuare con i rinvii di uno o due mesi come è stato fatto durante il Conte II. C'è poi la totale revisione del piano vaccini, con la sostituzione del commissario all'emergenza Covid Domenico Arcuri e una diversa organizzazione con un miglior rapporto con le Regioni.

Per quanto riguarda il Recovery Plan - ovviamente il testo di Conte è da stracciare completamente - due sono i punti importanti: maggiori investimenti sulla sanità, qui c'è molta sintonia con Matteo Renzi e Italia Viva, e sulle infrastrutture con lo sblocco di centinaia di cantieri utilizzando il cosiddetto 'modello Genova' che possa in qualche modo bypassare il codice degli appalti.

Dalla Lega arriva anche la richiesta di non aumentare di un centesimo le tasse. Anzi, anche se è impossibile oggi ottenere la flat tax, l'obiettivo è una riduzione della pressione fiscale nei confronti delle categorie produttive. Forte anche la richiesta da parte di Salvini di mantenere quota 100 o, quantomento, di non smantellarla totalmemte ed evitare, sul tema pensioni, di ritornare alla tanto odiata Legge Fornero.

Altro punto è la revisione del reddito di cittadinanza al fine di rendere il provvedimento meno assistenzialista, evitando i tanti casi di spreco che si sono letti in questi mesi, e più di sostegno al reddito per determinate categorie. La Lega chiederà anche un maggior impegno sulla disabilità con la reintroduzione di un ministero ad hoc.

Non solo, dal Carroccio fanno anche notare che in passato il presidente Draghi aveva aperto al federalismo fiscale e quindi potrebbe essere l'occasione buona per provare a riaprire un dossier rimasto per tanti anni nei cassetti di Palazzo Chigi. Infine, Salvini è pronto a mettere il silenziatore sul capitolo immigrazione, argomento sul quale ovviamente le divisioni in particolare con il Pd e LeU sarebbero enormi.

Insomma, la Lega va a vedere le carte del premier incaricato, sapendo che la strada non è in discesa. Anzi, è in salita, ma nulla è impossibile. Non a caso Salvini ha sottolineato che "prima degli interessi del partito ci sono gli interessi del Paese".

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