Governo Lega-M5S? Accordo per tornare alle urne. Ma Mattarella rema contro

Domenica 30 settembre o, al più tardi, domenica 7 ottobre. Sono le due date sulle quali stanno ragionando i vertici della Lega, ma anche dei 5 Stelle, per il ritorno alle urne. A questo punto la situazione è bloccata. Matteo Salvini ha stoppato il tentativo di Berlusconi e della Meloni di andare in Aula a cercare i parlamentari che mancano al Centrodestra per formare l'esecutivo.

"Accordo con i grillini e si torna alle urne" ha sentenziato il leader del Carroccio, sapendo perfettamente che Luigi Di Maio non ha alcuna intenzione di includere nell'alleanza anche Forza Italia. Così come il candidato premier pentastellato ha ormai capito che Salvini non mollerà mai Berlusconi spaccando la coalizione di Centrodestra. E così, con la maggioranza del Pd (ancora in mano a Matteo Renzi) contraria a qualsiasi accordo con i grillini, l'idea di ridare la parola ai cittadini sta diventando sempre più forte nei due partiti usciti vincitori dalle elezioni del 4 marzo.

Nessun governo per riformare la legge elettorale, su questo Salvini è stato chiarissimo. Perché, come dice Ignazio La Russa, "o la legislatura viene uccisa nella culla o, se parte in qualunque modo, poi rischia di durare almeno due anni". Ed è ovvio che Lega e M5S, da sempre contrari a governi tecnici alla Monti o del Presidente alla Letta, non possono permettersi di sostenere l'ennesimo esecutivo "non eletto dai cittadini". O si trova un'intesa per venire incontro alle richieste dei cittadini o si torna al voto.

E siccome il gioco dei veti incrociati sta bloccando tutto, l'ipotesi delle urne a fine settembre o all'inizio di ottobre, sta diventando quella predominante. Anche se contro questo scenario si schiera il Quirinale. Il Capo dello Stato, infatti, vede come fumo negli occhi lo scioglimento delle Camere e il ritorno alle urne in tempi brevi. Tanto che sono in molti a credere che l'obiettivo di Mattarella sia quello di far proseguire l'empasse e allungare il più possibile i tempi per aiutare il Pd e Forza Italia che verrebbero fortemente penalizzati da nuove elezioni politiche.

Tornando all'ipotesi elezioni, il problema e la legge elettorale. Le commissioni speciali del Parlamento, che si occupano in assenza di un governo nella pienezza delle sue funzioni dei provvedimenti principali, il Def in cima alla lista, teoricamente avrebbero il tempo e il modo per modificare il Rosatellum inserendo il premio di maggioranza ed evitando così il pericolo di una nuova empasse.

Anche se Centrodestra e M5S difficilmente troveranno un accordo sui cambiamenti al sistema di voto. I grillini spingono per il premio al partito mentre Lega-Forza Italia-Fratelli d'Italia alla coalizione. Decisivo potrebbe essere il Pd, ago della bilancia almeno sulla legge elettorale. I colpi di scena non si possono certo escludere, ma ad oggi la strada non è più così in salita.