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Politica
Governo rimpasto: svolta governo M5S-Lega. Chi parte, chi arriva: tutti i nomi

La pace ritrovata tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, sancita dal vertice a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, porta con sé anche una piccola rivoluzione in seno all'esecutivo del Cambiamento M5S-Lega. Al di là della piena condivisione sulla necessità di evitare la procedura di infrazione da parte dell'Unione europea, senza però piegare la testa ai diktat di Bruxelles e Francoforte, si va dritti verso un mini-rimpasto che vedrà aumentare il peso del Carroccio all'interno del Consiglio dei ministri.

Fonti parlamentari pentastellate spiegano ad Affaritaliani.it che qualora arrivasse la richiesta ufficiale da parte della Lega (che finora non c'è stata) di una revisione della compagine governativa - alla luce dell'intesa ritrovata nella maggioranza e anche per rispettare l'esito delle elezioni europee del 26 maggio - non verrebbe respinta al mittente ma, anzi, sarebbe presa seriamente in considerazione. Le fonti 5 Stelle fanno notare un po' di disappunto per l'apertura (di fatto una quasi richiesta) del ministro dell'Interno all'ipotesi del rimpasto, dopo che per settimane aveva annunciato ai quattro venti urbi et orbi di non essere interessato alle poltrone, ma sono altresì consapevoli della mutata situazione politica e della necessità di accontentare l'alleato di governo.

I due ministri che - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - hanno la valigia in mano sono quello delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli e quella della Salute Giulia Grillo. Intoccabili per il M5S, invece, la titolare della Difesa Elisabetta Trenta (protagonista di diverse querelle con il Viminale) e il responsabile dell'Ambiente Sergio Costa. Il Carroccio - vista la decapitazione per cause giudiziarie dei suoi uomini al Mit (prima Armando Siri e poi Edoardo Rixi) non ha moltissimi nomi per sostituire Toninelli e attualmente in pole position c'è il presidente della Commissione Trasporti di Montecitorio Alessandro Morelli, milanese, classe 1977 e salviniano doc.

Mesi fa Morelli fu protagonista di una polemica proprio con Toninelli per la sua proposta di innalzare a 150 chilometri orari il limite di velocità in alcuni tratti autostradali. Proposta che il ministro pentastellato in uscita bocciò e che ora potrebbe ritornare sull'agenda. Ma la scelta di un fedelissimo del leader leghista porta con sé la necessità di sbloccare i tanti cantieri fermi da Nord a Sud e di rilanciare il progetto della Tav Torino-Lione affossato a più riprese da Toninelli. D'altronde l'esito delle Regionali in Piemonte ha cambiato le carte in tavola anche sul tema dell'Alta Velocità, con il no di Di Maio che non appare più come un dogma irrinunciabile.

Per quanto concerne il dicastero della Salute, fondamentale per l'attuazione dell'autonomia regionale in dirittura d'arrivo per Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, in pole position c'è l'attuale sottosegretario di Giulia Grillo, il veronese Luca Coletto, uomo del Governatore Luca Zaia. Altro nome in corsa, ma in seconda battuta, è quello di Barbara Saltamartini, attuale commissaria della Lega in Umbria. Al Carroccio - e su questo c'è il via libero dei 5 Stelle - andrà anche il ministro delle Politiche europee, posto lasciato libero da Paolo Savona e attualmente occupato ad interim dal premier Conte.

Confermato al 95% il nome dell'economista fiorentino Alberto Bagnai, presidente della Commissione Finanze e Tesoro a Palazzo Madama. Alla Lega spetta anche la scelta del commissario Ue, su questo le fonti parlamentari grilline non hanno alcun dubbio e ricordano solo di aver chiesto un nome politico autorevole e di peso. Punto di domanda sul nome di Giancarlo Giorgetti, oggi promosso in quel ruolo dal ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio aveva dichiarato due giorni prima delle Europee ad Affaritaliani.it che quello del commissario europeo "non è il mio mestiere e non ci ho mai pensato". Ma nel tardo pomeriggio di oggi è stato più possibilista: "Faccio quello che serve, la mia storia è questa qua. Io non sono quello che comanda: quello che mi chiedono, faccio", ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio quando gli è stato chiesto, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, dell'ipotesi di un suo approdo a Bruxelles come Commissario Ue.

Giorgetti sarebbe sponsorizzato dal Quirinale e avrebbe l'ok "senza se e senza ma" di Conte e di Di Maio. Il problema, però, sarebbe quello di trovare un'altra figura (che la Lega non ha) da mettere in un posto chiave come quello del sottosegretario a Palazzo Chigi, snodo di tutti i dossier caldi. L'ipotesi Zaia a Bruxelles, il cui mandato di presidente della Regione Veneto scade l'anno prossimo, pare decaduta in quanto l'ex ministro dell'Agricoltura in una telefonata a Salvini avrebbe espresso la sua volontà di ricandidarsi Governatore e di implementare l'autonomia che nel 2020 dovrebbe essere cosa fatta.

Gli altri due nomi che circolano nel Carroccio per il ruolo di commissario Ue sono quello del sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Guido Guidesi e quello del sottosegretario all'Interno Nicola Molteni, molto spesso a Bruxelles per sostituire il ministro Salvini nei vertici europei disertati frequentemente dal titolare del Viminale. Le fonti del M5S confermano la loro disponibilità a rivedere la squadra e a lasciare alla Lega il membro italiano della nuova Commissione Ue e la poltrona delle Politiche comunitarie.

Ora la partita è tutta interna al Carroccio e gli equilibri in Via Bellerio non sono facili da mantenere, anche perché Giorgetti (la prima scelta per il ruolo di commissario europeo) serve a Salvini per tenere a bada il Nord profondo e nostalgico della Padania e di Umberto Bossi che non ha mai digerito fino in fondo lo sbarco al Centro-Sud e la trasformazione da Lega Nord a Lega nazionale e sovranista. Sullo sfondo, infine, l'ipotesi Guido Crosetto per tenere un legame con Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni.

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