Gratteri: "Renzi mi voleva ministro. Al Colle cancellato il mio nome"
Nicola Gratteri, procuratore aggiunto a Reggio Calabria e magistrato simbolo della lotta alla 'ndrangheta, intervistato dal direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino, a margine della rassegna culturale Ponza D'Autore, parla della sua mancata nomina a Guardasigilli.
Lei è andato vicinissimo alla nomina a ministro, che cosa è realmente accaduto? E' vero che Renzi è entrato al Quirinale con una lista di ministri nella quale alla casella della Giustizia c'era il suo nome? "Sì, questo è certo. E' sicuro. Poi che cosa sia successo in quella stanza non lo so", risponde il magistrato.
Si diceva che forse il presidente Napolitano avesse eccepito sul suo nome... "Pare che sia così, ma non ero in quella stanza e non posso confermarlo", afferma Gratteri.
LOTTA ALLA CRIMINALITA' - "Ad oggi stiamo pareggiando la partita, ciò vuol dire che le regole di ingaggio e del gioco sono insufficienti e non idonee. Ci vogliono più coraggio e più volontà per creare nuove norme affinché non sia più conveniente delinquere", afferma Gratteri in riferimento alla lotta alla criminalità.
"Con la commissione che presiedo proporremo delle modifiche normative per arginare il fenomeno mafioso, quelle più urgenti e facili potrebbe essere la riforma dell'associazione di stampo mafioso, quantomeno innalzando le pene per portarle come l'associazione per lo spaccio di stupefacenti".
E i tempi? "Abbiamo come tempo massimo il 31 dicembre 2014, ma ritengo che molto prima avanzeremo delle proposte di riforma".
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