Politica
Grillo fa il populista con Cina e Russia. Ritorna a fare il giallo-verde
Il comico è un trasformista nato e ora ha fiutato che gli conviene essere di nuovo di “destra”. L'analisi
Grillo fa il populista con Cina e Russia. Così il comico torna a fare il giallo-verde
Grillo è un furbacchione che ha menato per il naso milioni di italiani e la cosa peggiore è che continua imperterrito, come se niente fosse. È un trasformista nato che adegua in continuazione quello che dice alla situazione contingente fregandosene altamente di quello che aveva detto precedentemente, ma fortunatamente la Rete –da lui stesso cavalcata- ha una memoria e ricorda benissimo. Ora che i Cinque Stelle sono tornati all’opposizione sta rifacendo il giochetto populista e sovranista che lo aveva portato al risultato del 2018 e che produsse poi il governo giallo – verde. Fa tutto questo nella speranza che la gente, gli elettori, non si ricordi nulla del passato e c’è pure una minoranza di farlocchi che ancora ci crede e a cui cerca di lucrare consenso e voti.
Poiché dunque ora ha fiutato che gli conviene essere di nuovo di “destra” e con il campo libero che la Meloni ha lasciato nel suo elettorato tradizionale, ce lo ritroviamo che straparla contro l’Occidente e il suo amico comico Zelensky, manco fosse Emma Bonino in persona. Ieri è comparso nel suo blog un post dal titolo “Noi siamo la minaccia”, sullo sfondo naturalmente del suo spettacolo “Io sono il peggiore” che fortunatamente sta andando male ai botteghini. Sottotitolo eloquente: “Bombe e derivati: la poetica di un occidente al tramonto” con disegno dei soldati che disegnano su un muro il simbolo della pace. Sotto la solita frase da Baci Perugina: (La nostra) decisione non dovrebbe essere né filorussa né filo-ucraina, ma deve essere capace di riconoscere le realtà storiche, geografiche ed economiche coinvolte e cercare per gli ucraini un posto dignitoso e accettabile nella famiglia del tradizionale impero russo, di cui formano una parte inestricabile. (George F. Kennan, 1948)