Il commento/ Alla neoministra Mogherini piace l'insalata russa
Dialogo e diplomazia, è questa l'innovativa strategia messa in campo dal nuovo ministro degli Esteri Mogherini. La Russia si è di fatto mangiata un pezzo di uno Stato vicino e sovrano e l'Italia conferma che "intendiamo lasciare aperto il canale del dialogo perché sappiamo che l'unica soluzione alla questione ucraina è quella politica e diplomatica".
Dichiarazioni scontate, qualcuno potrebbe dire, anche un po' ingenue. Il dialogo è fondamentale, la diplomazia, si sa, si basa sull'interlocuzione e la Mogherini presiede un ministero che fa questo, lasciando le risposte muscolari alla Difesa. Da un ministro, soprattutto se giovane, ci si aspetterebbe una analisi più profonda, che tenga conto dei molti legami tra l'economia europea e quella russa, le forniture energetiche, le esportazioni del manifatturiero, le dinamiche geopolitiche intorno alla Crimea.
Nessuna delle cancellerie europee pensa che si debba smettere di dialogare con Mosca, ma mentre si aspetta che Putin si ravveda, è necessario approntare delle risposte decise, anche se non militari. Mentre la Mogherini tiene aperta la porta del dialogo Mosca ha prima invaso la Crimea, poi ha fatto indire un referendum e ora si prepara ad annetterla. Il dialogo è sacrosanto, lo sanno anche le matricole di Scienze politiche, ma da una giovane ministra ci si aspetta qualcosa di più.