Il commento/ Nessuno si spartisca le spoglie di Berlinguer
E' giusto e legittimo che Matteo Renzi abbia ricordato, a Roma, Enrico Berlinguer, scomparso 30 anni fa, dopo l'elogio postumo di Beppe Grillo.
Ma l'eredità di un leader della statura, politica e morale, del segretario del Pci, non dovrebbe essere contesa, polemicamente, tra i partiti, nelle campagne elettorali.
I moniti berlingueriani sulla "questione morale" sono oggi molto attuali e dovrebbero essere di sprone a operare, con correttezza e trasparenza, a tutti i politici. E, soprattutto, agli amministratori delle tante società pubbliche, che sono designati, o meglio lottizzati, dai partiti.
Infine, un aspetto curioso. Il comunista Berlinguer viene collocato da Renzi, che fece le prime esperienze politiche tra i giovani della DC, nel "Pantheon" del PD accanto a Martin Luther King e all'ex Sindaco di Firenze, il cattolico La Pira.
Solo qualche anno fa, invece, l'allora segretario dei DS, Piero Fassino, ex Pci, allora dalemiano e oggi renziano, nel suo libro "Per passione", espresse un giudizio negativo sul leader sardo, soprattutto per le conseguenze negative, provocate, a suo avviso, dalla contrapposizione frontale della linea politica di don Enrico a quella dei settori riformisti della sinistra e a dirigenti come Giorgio Napolitano e Bettino Craxi.
Pietro Mancini