Il governo incontra i sindacati e Confindustria. Ipotesi fiducia in aula
Appuntamento tra Governo e sindacati per domani mattina, alle 8, nella sala Verde di Palazzo Chigi. La convocazione e' arrivata a Cgil Cisl Uil e Ugl dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, e oggetto della convocazione sono le riforme. L'incontro era gia' stato preannunciato dal premier Matteo Renzi.
Sono state convocate domani mattina alle ore 9 a palazzo Chigi le organizzazioni datoriali, tra cui Confindustria, Rete Imprese Italia e Alleanze cooperative. All'ordine del giorno, come per i sindacati, che saranno ricevuti alle ore 8, il tema delle riforme. La convocazione e' stata firmata dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
CAMUSSO - Il sindacato italiano e' stato sempre pronto al confronto con il governo, ma e' anche pronto a contrastare politiche ritenute sbagliate. Lo ha affermato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nel suo intervento al vertice sindacale europeo, in cui ha espresso la speranza che l'incontro previsto per domani con il premier Matteo Renzi sia il segno di un "vero e serio ripensamento" di un governo che finora si era presentato "all'insegna del superamento delle rappresentanze". "Il sindacato italiano e' sempre pronto al confronto e altrettanto al conflitto per contrastare scelte politiche non condivise".
Camusso ha osservato che l'atteggiamento di rifiuto di dialogo sociale e di confronto ha un unico precedente in Europa: "Quello di madame Thatcher". In questi giorni si e' assistito ad un cambiamento di posizione, con la convocazione dell'incontro di domani; la speranza e' di un serio ripensamento "perche' invece l'idea del Jobs act e' di diritti poco estesi in cambio di una riduzione dei diritti per chi ha un lavoro stabile", accompagnata ad una politica di "ridimensionamento salariale". L'Italia - ha aggiunto - ha invece bisogno che si proceda alla cancellazione della precarieta' ed ad investimenti nel lavoro e nella qualita' del lavoro. "La preoccupazione - ha sottolineato il leader della Cgil - e' che l'idea del governo sia invece di voler decidere i confini dell'azione sindacale, restringendola alla sola contrattazione aziendale. Se cosi' fosse lo interpreteremmo come un esplicito attacco alla contrattazione tra le parti e all'autonomia del sindacato".
TOTI - "Non credo che potremo votare la fiducia, soprattutto su un provvedimento che mi sembra un ennesimo compromesso al ribasso tra le componenti del partito democratico". Cosi' il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, sulla possibilita' che Forza Italia voti la fiducia sul Jobs act in caso il governo lo chieda. "Non valuteremo sulla base del voto - aggiunge Toti - ma sulla base del testo. Se il testo sara' un buon testo come Renzi aveva annunciato in origine, abbiano detto che il nostro contributo non sarebbe mancato, perche' la riforma del mercato del lavoro in un paese dove c'e un giovane disoccupato su due, e dove i disoccupati sono sopra il 12%, credo che sia un segnale positivo".
"Detto questo - continua Toti - visto il dibattito dell'ultima settimana, francamente non siamo molto ottimisti. Vedremo che cosa arrivera' in Parlamento nelle prossime ore, come al solito la confusione regna sovrana. Agli annunci del premier Renzi non seguono atti conseguenti come ormai siamo piuttosto abituati a vedere accadere. Siamo alla finestra". Toti indica anche quali sono i punti qualificanti di una seria riforma del mercato del lavoro per gli azzurri. E cioe' una riforma che dia "un segnale vero di liberalizzazione del mercato stesso. Se alla fine tutti i tipi di reintegro previsti dalla legge Fornero saranno confermati nel provvedimento di Renzi, io credo che avremmo potuto occupare meglio il nostro tempo nelle ultime due settimane. Il problema in italia non e' quanti diritti hanno coloro che lavorano, ma quanti diritti non hanno tutti quelli che non hanno un lavoro. Ed e' di questo che ci dobbiamo preoccupare".