Il Movimento 5 Stelle non è di sinistra
Di Cesare Didoni
Il Movimento 5 Stelle ha perso molti voti semplicemente perché si è posizionato all'estrema sinistra, facendo scappare molti dei suoi elettori che sono sicuramente delusi e arrabbiati dall'attuale situazione, ma certo non si sentono "compagni".
Il forte calo dei voti espressi a favore del Movimento 5 Stelle è evidente, prima nelle Regionali del Friuli e ora nelle ultime Amministrative. Si sprecano commenti e interpretazioni. Nell'attesa che gli studiosi dei flussi elettorali ci diano le spiegazioni del caso, supportandole con analisi quantitative, avanzo un'ipotesi semplice, ma drammatica per i "grillini": dopo le elezioni politiche, l'immagine del Movimento si è spostata di fatto all'estrema sinistra; questo ne ha drasticamente e immediatamente ridimensionato il successo elettorale.
Il Movimento 5 Stelle è nato e si è sviluppato rompendo lo schema classico destra-sinistra, raccogliendo uno scontento e una rivolta trasversale. Il Movimento è populista, anarchico, egualitario, contro il sistema, a-politico, forse anti-politico, un po' qualunquista, soprattutto è giovane.
Nelle elezioni politiche è stato votato dai delusi e dagli arrabbiati senza schieramento e/o di tutti gli schieramenti: ha preso voti dai neo-votanti, non classificabili negli schemi tradizionali, da ex-votanti di sinistra, ma anche ex-leghisti o ex-berlusconiani, dalle partite IVA e dagli eterni delusi e disillusi.
Nonostante un elettorato così diffuso e composito, dopo le elezioni politiche, il Movimento di fatto si è spostato alla sinistra del sistema politico. Non penso sia stata una strategia voluta. Forse è stato un caso, forse l'effetto di una matrice culturale di estrema sinistra dei sostenitori più attivi, quelli che scrivono e votano on-line nelle varie primarie. Fatto sta che i "grillini" non hanno mai interagito né con Monti, né con Berlusconi. Si sono invece incontrati con Bersani e con il Centro-Sinistra (senza sbocchi, ma le immagini restano). Hanno concorso all'elezione dei presidenti delle Camere, nuovi fin che si vuole, ma fortemente caratterizzati a sinistra. Hanno scelto, come possibili candidati al Quirinale, -tutte- personalità di sinistra, votando infine per Rodotà, un ottantenne tanto di sinistra che nemmeno il PD poteva sostenerlo. Vendola e SEL hanno rotto l'alleanza con il PD, mostrando di trovarsi più a proprio agio con un Movimento (forse mitizzato): sembra che Vendola abbia lanciato un'OPA sul Movimento stesso (amichevole o ostile?).
Di fronte allo scenario di un Movimento che privilegia la sinistra (o si lascia privilegiare da questa), mi sembra abbastanza ovvio che tutti gli elettori che addirittura temono la sinistra, alla prima occasione utile (Regionali o Amministrative), scappino dal Movimento, rifugiandosi ancora nell'astensione o ritornando, magari senza entusiasmo, all'ovile (leggi: Lega & Berlusconi).
Forse ho un po' banalizzato la faccenda, ma è una questione drammaticamente seria per il Movimento 5 Stelle: è una scelta strategica.
Un Movimento di sinistra, più o meno estrema, si limiterà a contendere lo spazio elettorale alla sinistra dell PD: non credo di sbagliare molto attribuendo a questo Movimento uno spazio elettorale potenziale dell'ordine del 10% (diciamo da zero a un massimo del 15%, inglobando tutta l'attuale offerta di estrema sinistra).
Più rischioso, incerto, sicuramente più difficile, ma decisamente più grande, lo spazio potenziale di un Movimento trasversale, anti-sistema, che se la gioca a tutto campo, fuori dallo schema destra-sinistra.