Politica
Il Pd con FI e non con i 5 Stelle: governo spaccato in Vigilanza Rai

Si allarga il solco tra i due principali partiti che compongono la maggioranza
Più la fase due entra nel vivo e più tra i due principali alleati di governo, Pd ed M5S, si allarga un solco. Succede persino su un tema che, in teoria, dovrebbe vederli sullo stesso lato della barricata come la didattica a distanza. Una situazione da separati in casa che proprio ieri è plasticamente emersa in Vigilanza Rai. E così accade che il capogruppo dem in Commissione Valeria Fedeli, tra l’altro ex ministro dell’Istruzione, abbia presentato una proposta di risoluzione insieme al presidente della Vigilanza Alberto Barachini, di Forza Italia, ma non insieme al Movimento Cinque Stelle, di cui è esponente l’attuale titolare del dicastero di viale Trastevere Lucia Azzolina.
La richiesta è quella di istituire un canale Rai dedicato alla didattica online. Nel testo si invita il Consiglio di amministrazione dell’azienda “a rendere permanente e strutturale l'offerta sul digitale terrestre di contenuti dedicati alla didattica e alla formazione anche in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e riservare a tali contenuti un apposito canale in modo da rendere maggiormente organica è facilmente fruibile tale offerta”.
“E’ a dir poco singolare - riflette con Affaritaliani.it una fonte parlamentare interna alla Vigilanza - che il Pd firmi con Forza Italia ma non con il M5s una risoluzione che coinvolge il ministero dell’Istruzione rappresentato proprio da un esponente del Movimento. Ma è ancora più singolare che a stretto giro di posta, sullo stesso tema, una risoluzione simile sia stata presentata in solitaria dai Cinque stelle”.
E, in effetti, nella proposta di risoluzione targata M5s si impegna la Rai “ad avviare tutte le procedure interne, gli approfondimenti tecnici ed economico-finanziari necessari per predisporre una piattaforma multimediale che assicuri, a seconda dei casi, con lo strumento televisivo, radiofonico, web o anche semplicemente telefonico, la possibilità per tutti gli studenti italiani di accedere ai contenuti didattici e formativi come definiti dagli accordi in essere e in quelli da definire con il Ministero dell’Istruzione al fine dello svolgimento dei programmi ministeriali di tutte le scuole di ogni ordine e grado”.
Anche nel testo dei Cinque stelle, inoltre, si evidenzia la necessità di rendere permanente e strutturale il contributo alla didattica per tutti gli studenti. Una sorta di marciare divisi per colpire uniti, insomma, di cui sfugge il senso. O è fin troppo evidente: Pd ed M5s preferiscono marcare le distanze. E così i due testi si aggiungono solo a una precedente risoluzione sullo stesso tema, che risale a circa un mese fa e che fu presentata dal deputato della Lega Massimiliano Capitanio e firmata da Matteo Salvini.
D’altronde che entrambe le formazioni politiche abbiano più d’una divergenza di vedute è evidente. La prova regina rimane il decreto ex aprile, annunciato a Pasqua ma che stenta a vedere la luce. La tanto attesa manovra da 55 miliardi, infatti, non riesce a varcare la soglia di ingresso di Palazzo Chigi. Ogni giorno ha la sua faida. Quella della giornata di ieri, per esempio, riguarda la regolarizzazione dei braccianti chiesta a gran voce da Italia viva col ministro Teresa Bellanova, che, ça va sans dire, è appoggiata dal Pd e osteggiata dal Movimento.
Insomma, proprio quello che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non vorrebbe vedere. In una intervista ad Affaritaliani.it, infatti, non più tardi di due giorni fa, ha sottolineato proprio come nessuno degli alleati possa avere interesse a compromettere l’azione di governo. L’instabilità, ha detto il presidente del Consiglio, “sarebbe un gravissimo danno alla vigilia della sfida della ripartenza e indebolirebbe, inevitabilmente, la nostra posizione in Europa in una fase decisiva per il futuro italiano ed europeo”.
Più facile a dirsi che a farsi. E la considerazione che, apertis verbis, arriva dai due principali alleati di governo, secondo cui è normale che partiti diversi abbiano visioni differenti e si confrontino anche in maniera serrata, può reggere ma solo fino a un certo punto. La fase due non aspetta.