Il PD è ad un bivio. Lo testimonia il recente dibattito nel quale molti intellettuali hanno cominciato a non considerare più una bestemmia l’alleanza col Cavaliere lasciando la pericolosa deriva grillina. L’insistenza del Pd a cercare accordi regionali con i 5 Stelle sa un po’ di patetico e di ultima spiaggia. Pur assumendo che Il Pd si sia sacrificato salvando l’Italia dalla deriva del Papete, che abbia gestito con responsabilità la fase più acuta della pandemia, ora però non c’è alcun motivo per insistere in un’alleanza che non solo è innaturale ma è del tutto controproducente. Gli ex alleati di Salvini (non dimentichiamolo) ancora oggi sono più allineati alle posizioni populiste e demagogiche delle destra che non di un centro sinistra europeo. Il Pd, per le prossime elezioni (sia regionali che politiche), dovrebbe promuovere un’alleanza del buon senso con nomi di livello per provare a giocarsela con le armi della competenza.
Il M5S ha votato qualche giorno fa in Europa contro le condizionalitá dell’uso del Mes che impongono di rendicontare le spese sanitarie (sic!), un po’ la legge del contrappasso visto che proprio i 5 Stelle hanno fatto della politica degli scontrini un collante ideologico. Nel fresco decreto semplificazioni, si è poi preferito non mettere mano al totem 5 Stelle del decreto dignità, senza concedere alcuna proroga al rinnovo automatico dei contratti a tempo determinato pur con effetti nefasti sull’occupazione. Solo due esempi per dire che non è più il tempo delle maggioranze strumentali e di necessità che portano in un vicolo cieco. C’è poi la questione Autostrade, nella quale i 5 Stelle dichiararono improvvidamente di togliere le concessioni ai Benetton a poche ore dalla tragedia del ponte Morandi, ignorando totalmente la complessità del tema, un po’ come faceva Salvini con la retorica dei porti chiusi.
Su Autostrade alla fine si opterà per il solito intervento pubblico che andrà a coprire tutte le corbellerie che sono state pronunciate sul tema, però così si salverà quella bandiera brandita con le macerie ancora fumanti. Anche la soluzione adottata su Alitalia, con tanti soldi pubblici, è stata la risposta all’ennesimo vessillo grillino che aveva promesso di rilanciare un cadavere ignorando le più elementari nozioni sui trasporti. Ora dovremo gestire una lunghissima transazione di emergenza e non è possibile farlo con maggioranze come quella attuale. Non se ne può più di provvedimenti altisonanti solo nei nomi, come ad esempio l’ultimo decreto ribattezzato la “madre di tutte le riforme” e quelli precedenti “rilancio”, “cura Italia”, ecc. Queste ridondanze non sono più credibili, sono quasi fastidiose perché poi non trovano corrispondenza nella realtà. Non basta più un’alleanza contro, se gli italiani vorranno poi una maggioranza anti europea e autarchica (costosissima) che la provino, almeno saremo usciti dall’ambiguità e il PD avrà salvato forse la dignità.
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