Il Quirinale é la vera 'svolta buona' per Renzi... di Adriana Santacroce
di Adriana Santacroce
Giocare tra due tavoli, quello di Fi e quello del M5S, é sicuramente rischioso. Ma Renzi sta dimostrando di riuscirci senza perdere colpi. Fare fretta a uno (Berlusconi) strizzando l'occhio all'altro (Grillo) non sappiamo ancora se pagherà. Ma i primi frutti ci sono. Elezioni riuscite a Consulta e Csm, da una parte, e Forza Italia che apre al premio di maggioranza alla lista per l'Italicum dall'altra. Proprio come vuole Renzi. Berlusconi non può permettersi di scomparire dal patto delle riforme ed è costretto a cedere ai capricci di Renzi che, dopo aver fatto votare la legge elettorale alla Camera, ha deciso unilateralmente di cambiarla secondo le sue convenienze. Capricci non degni di uno statista che pensa al bene del Paese, ma di un leader che vuole capitalizzare il consenso e mettersi al sicuro con una legge che, ad oggi con il gradimento che ha, se si dovesse votare, gli garantirebbe maggioranza e governabilità.
Ma sul Quirinale strategia e astuzia non bastano. Qui entra in gioco ben altro. Renzi deve conciliare lo stato di fatto con i suoi desideri e l'impresa sarà difficile. Il nostro é un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale. Di fatto questo vuol dire che il prossimo presidente della Repubblica dovrà essere eletto a larghissima maggioranza. Altrimenti graverebbe su di lui, sempre, lo spettro dell'illegittimità. Trovare una figura che metta d'accordo il Pd, Fi e i grillini é un'impresa ardua a dir poco. Ma sarebbe l'unico modo per garantire alla figura del capo dello Stato quell'autorevolezza di cui abbiamo bisogno con la Troika fuori dalla finestra che ci osserva. Ma non solo. Renzi deve guardarsi dalla fronda interna del Pd che non vede l'ora di fargli lo sgambetto. Il ricordo dei 101 che dissero no a Prodi, già in viaggio per l'Italia, é ancora fresco e i nomi che circolano in questi giorni sono troppo 'divisivi' per superare l'impasse del tradimento. Prodi, Finocchiaro, Amato, lo stesso Veltroni piacciono a una parte. Ma non all'altra.
Ma c'è anche la convenienza che rischia di fregare il premier. Come ha twittato ieri l'ottimo Antonio Polito 'eleggere un presidente zerbino non sarà facile' ma é chiaro che Renzi vuole qualcuno che non gli metta i bastoni tra le ruote. Che magari non si opponga alle sue idee creative per i ministri e che parli un po' meno quando fioccano i decreti legge. Un capo dello Stato che, oltre a non ostacolarlo, non gli faccia ombra. Perché sappiamo quanto egocentrico sia il nostro Presidente del Consiglio che mal sopporterebbe qualcuno che gli rubi la scena. Ecco perché Draghi, che avrebbe personalità e autorevolezza, gli potrebbe dar fastidio.
Sarà complicato mettere insieme tutto. Forse impossibile. E a Renzi resterebbe la strada del 'divide et impera'. Ovvero spaccare i forzisti e i grillini (i piddini sono già spaccati) e cercare una linea di unità trasversale che però è rischiosissima perché giocata al buio e, quindi, mai verificabile. Qui si misura l'abilità politica del Premier. Qui promesse, battute e partite di giro come gli 80€ distribuiti qua e là non funzionano. Qui si vede la stoffa dello statista. Se c'è.
@AdriSantacroce