Intercettazioni, il Pdl torna all'attacco
Il Pdl torna all'attacco sul tema delle intercettazioni. Proprio nel giorno in cui alla giunta per le autorizzazioni della Camera arriva una richiesta per l'autorizzazione all'ascolto di conversazioni telefoniche di Denis Verdini, Nicola Cosentino e Marcello dell'Utri, il capogruppo in commissione giustizia del partito di Silvio Berlusconi, Enrico Costa, deposita una proposta di legge che riprende pari pari il testo Alfano che mirava a una stretta sulle intercettazioni.
Il Pdl, dopo giorni di polemiche sulla questione giustizia, anche per le sentenze del tribunale di Milano e la manifestazione in piazza a Brescia, chiede ora che alla materia sia data "priorità". Costa spiega: "il mio testo è identico a quello che era stato presentato dal governo Berlusconi ed è una scelta politica. Proprio ieri, nell'ufficio di presidenza della commissione, ho chiesto che sia data la priorità a quei provvedimenti che erano già stati approvati da una parte del parlamento, in primis le intercettazioni e la responsabilità civile dei magistrati, in materia di giustizia". Il ddl dell'ex guardasigilli Alfano, oggi ministro all'interno del governo Letta, creò non poche fratture tra Pd e Pdl nella scorsa legislatura e si arenò poi alla camera nell'ottobre del 2011.
Poi Costa pone la questione di competenza sulla giunta per le autorizzazioni per la Camera. "Effettivamente oggi ho posto la questione che c'è un problema di competenza", ha detto Costa che è anche vice presidente della giunta per le autorizzazioni. Il problema, sottolinea Costa, è che i tre non sono deputati: "Verdini ora è Senatore. Si potrebbe pensare che sono state spedite alla camera perché all'epoca dei fatti stavano a Montecitorio, però dell'Utri è sempre stato senatore".
Poi aggiunge: "oggi c'è stato un ufficio di presidenza della giunta e io ho posto il problema della competenza. Non è che ci dobbiamo attenere a dove i magistrati indirizzano le richieste" di autorizzazione. Questa in particolare su verdini, dell'utri e cosentino, continua l'esponente del pdl, "dovrebbe andare al senato". Ma nelle scorse legislature era mai accaduto che una domanda della magistratura fosse inviata al ramo del parlamento dove l'interessato non era mai stato eletto? "No", risponde costa.
Verdini, Cosentino e dell'Utri sono coinvolti nell'inchiesta sulla P3 con l'accusa di associazione segreta finalizzata "a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali" oltre alla violazione della legge Anselmi sulle società segrete.
Secondo l'accusa c'era un "pactum sceleris" in base al quale "sarebbero state realizzate le ulteriori condotte illecite che vengono specificamente contestate ai parlamentari in concorso tra loro e con posizioni di imputati comuni ovvero solo a questi ultimi, secondo i capi di imputazione elevati dal pm nella richiesta di rinvio a giudizio".