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Politica
Iraq, prima interrogazione di Vox Italia al governo

Primo atto parlamentare ufficiale presentato da Vox Italia: si tratta dell'interrogazione rivolta dal Sen. Carlo Martelli avente ad oggetto la posizione del Governo italiano a seguito della risoluzione unanime votata dal Parlamento iracheno che ha chiesto il ritiro delle truppe americane dal territorio dell'Iraq e anche la sospensione dell'assistenza straniera, ivi compresa - quindi - quella prestata dal contingente militare italiano.

Il 29 Dicembre le forze militari americane hanno colpito alcuni obbiettivi del gruppo sciita Kataib Hezbollah situati nei territori di Iraq e Siria. Il Pentagono ha motivato tale operazione come una reazione immediata all’attacco subito dalla base irachena dislocata nei pressi di Kirkuk da parte del movimento filo-iraniano, con il risultato della morte di un cittadino americano e delle gravi ferite riportate da quattro militari USA. Dopo il raid effettuato dagli Stati Uniti vi è stata la reazione degli sciiti iracheni che hanno assaltato l’ambasciata americana a Bagdad. Questo il motivo per cui è stato organizzato, da parte delle forze militari americane, il raid che ha ucciso il generale iraniano Soleimani, considerato da Washington il pianificatore delle ribellioni sciite. Il presidente e imprenditore americano Donald Trump ha portato così fino al limite estremo-  suggellando un pesantissimo clima di tensione - lo scontro fra Stati Uniti e Iran, nonostante la forte e civile risposta di Bagdad, che ha considerato il suddetto raid come una rottura del patto delle condizioni militari fra USA e Iraq.Successivamente, il 5 Gennaio 2020, il Parlamento Iracheno ha votato una risoluzione unanime con la quale ha chiesto al proprio Governo di conservare la propria sovranità nazionale, richiedendo il ritiro delle truppe militari americane dal territorio dell’Iraq e anche la sospensione dell’assistenza straniera. La reazione del Presidente americano non si è fatta aspettare, di fatto Trump ha in primis minacciato lo stesso Iraq di sanzioni ostili in caso di attacchi contro gli Stati Uniti, potenziando poi la presenza delle forze militari nel territorio iracheno.  Ciò per tutelare i propri interessi economici e geopolitici, senza rispettare così le norme di Diritto Internazionale.  Il governo italiano con un atteggiamento anti-democratico e filo-americano, in aderenza ad accordi di alleanza strategico-militare, ha stanziato un contingente di 1000 soldati italiani da dispiegare accanto ai militari americani in Iraq, dimenticando così gli innumerevoli italiani feriti in questo conflitto che perdura oramai da più di 15 anni.L’unica risposta positiva a questo contesto illegittimo viene da parte del movimento politico Vox Italia, di orientamento sovranista e socialista, che ha voluto fortemente presentare l’istanza di ritirare i militari italiani dal territorio iracheno, essendo esposti a gravi pericoli anche per la perdita di quella cornice di sicurezza che si era guadagnata sul campo, aiutando e sostenendo la popolazione irachena.Vox Italia esprime il più profondo dissenso nei riguardi degli stanziamenti militari in Iraq, poiché l’operazione militare nel Paese estero non risulta più, per fatti concludenti, conforme ai patti di pace e stabilità richiesti dalla comunità internazionale, nonché giuridicamente e normativamente anti-costituzionale. Con riferimento all’articolo 11 della Costituzione, si ricorda che l’italia ripudia la guerra come strumento di offesa nei confronti degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, quindi non è chiaro come l’attuale governo italiano non stia ponendo in essere un'adeguata politica Estera finalizzata al ritiro delle forze, nonché alla sospensione dell’assistenza militare, senza tutelare il contingente italiano e senza assicurare le previste condizioni di salute degli stessi militari italiani impegnati in un conflitto trasversale e asimmetrico non assolutamente premiante e vincente per l’Italia, anche in considerazione del fatto che le nostre forze armate sono oggi impiegate impropriamente.Sarebbe quindi più opportuno, concreto e consono, dal punto di vista internazionale e umanitario finanziare la costruzione di infrastrutture, ospedali, scuole, opere civili,potabilizzatori invece di continuare ad indirizzare l’economia per spese militari improprie e inutili.

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