Jobs act, la sinistra Pd boccia Landini: "Inutile il referendum"
La sinistra del Partito democratico volta le spalle a Maurizio Landini sul referendum per abrogare il Jobs act. Anzi, sposa esplicitamente la proposta del leader della Cgil Susanna Camusso, inizialmente attratta anche lei dal referendum abrogativo, ma che, dopo qualche titubanza, ha deciso di puntare su una proposta di legge di iniziativa popolare, strumento al riparo dal rischio fallimento. Alfredo D'Attorre, esponente di spicco della minoranza dem, intervistato da Affaritaliani.it,, spiega perché la strada migliore da percorrere sia proprio quella indicata dalla Camusso: "Mi pare che anche nella Cgil ci sia una discussione per proporre un disegno di legge di iniziativa popolare che possa modificare il jobs act, rafforzando e innovando lo Statuto dei lavoratori".
"Detto questo - prosegue D'Attorre- penso che, quella del ddl, sia la strada maestra: ovvero un'iniziativa che parta dal basso e che possa avere uno sbocco legislativo. La via del referendum mi pare al momento che debba essere valutata con prudenza e lasciata sullo sfondo come extrema ratio. Anche perché, negli ultimi anni, i referendum hanno visto un drastico abbassamento dei livelli di partecipazione e spesso si sono rivelati poco efficaci. Ormai - conclude il parlamentare del Pd - basta che coloro che sono contrari al referendum invitino a non andare a votare per determinarne il fallimento".
Daniele Riosa (@DanieleRiosa)