La fronda del Pd non spaventa Letta. "Questa volta nessun franco tiratore"
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
CORRADINO MINEO AD AFFARI
"Se ci si riduce ad un'alleanza con il Pdl, il Pd scompare del tutto. Letta è una persona capace, ma è difficile governare sotto ricatto di Berlusconi". Corradino Mineo, senatore del Pd e uomo senza peli sulla lingua, con una intervista ad Affaritaliani.it boccia il governo nascente: "Non credo molto nella disponibilità del Cavaliere di fare dei sacrifici per il bene del Paese. Continuerà a mettere al primo posto la difesa dei suoi interessi e l'attacco alla magistratura". E sul progetto di una 'nuova sinistra di governo' lanciato da Vendola si dice interessato: "Se il governatore saprà fare delle proposte convincenti io sarò attentissimo" |
Si apre l'era Enrico Letta, ma gli strascichi degli ultimi eventi, in primis l'elezione del Presidente della Repubblica, preoccupano il neopremier. La paura è che il giorno del voto della fiducia, quando la squadra di governo sarà fatta e l'ex vicesegretario si presenterà in Parlamento per chiedere il voto dell'Emiciclo, in molti nel suo partito non gli accordino la fiducia. A parlare nella maniera più esplicita è stato il sindaco di Bari Michele Emiliano: "Se c'è un'alleanza politica Pd-Pdl non potrò restare". Il Primo Cittadino ha poi aggiunto: "Se fanno un accordo politico esclusivo tra il Pd e il Pdl non sarò il solo ad uscire dal Pd".
Già, la paura è proprio quella, la scissione. Ma fonti del Nazareno rivelano ad Affaritaliani.it che Enrico Letta è piuttosto tranquillo. I franchi tiratori infatti non possono esistere in un voto di fiducia, che è palese. Nessun segreto nell'urna quindi, nessuna pugnalata alle spalle. Chi voterà contro se ne assumerà le responsabilità. E Bersani, alla Direzione del Pd, è stato chiaro: nel partito le decisioni si prendono a maggioranza, il voto di fiducia non è un voto di coscienza, chi vota contro la linea del partito è fuori.
Un altro 'scettico' dell'accordo Pd-Pdl è Pippo Civati, l'ex rottamatore, l'uomo incaricato da Bersani di dialogare con i 5Stelle e che alla fine è "stato lasciato solo come il soldato Ryan". "Mi dispiace, ma continuo a non essere d'accordo", ha scritto sul suo blog. "Soprattutto perché il governo, di ora in ora, si irrobustisce, e il governo di scopo sta diventando un governo di scopone (scientifico)". Per Civati si tratta di "un governo politicissimo, basato sulla collaborazione Pd-Pdl, senza scadenza, non a caso presieduto dall'ultimo dirigente del Pd che non si è dimesso (perché eletto dall'assemblea, ma non solo). Le cose, dal mio punto di vista, stanno peggiorando".
Su posizioni più moderate è Sandra Zampa. Alla deputata (e portavoce di Prodi) proprio non va giù che 101 onorevoli abbiano colpito alle spalle il Professore e dice la sua: "Voterò sì alla fiducia, ma sui provvedimenti, specie quelli economici, voglio discutere volta per volta. Basta votare a scatola chiusa come con il governo Monti". E anche il candidato sindaco di Roma, Ignazio Marino, è critico sul nuovo governo. Ma la sua posizione deve essere presa con le pinze, e guardata nella prospettiva delle elezioni nella Capitale.
Sono in vece in molti, la maggioranza, a dare pacche sulle spalle al premier incaricato. "In bocca al lupo Enrico Letta! Vai avanti con coraggio e vedrai che il Pd unito ti seguirà con convinzione e determinazione!". Scrive Anna Finocchiaro, senatrice del Pd, su Twitter. "La scelta del presidente Napolitano è senza dubbio la migliore e la più alta, e sono certo che Enrico Letta saprà con il coraggio dei momenti difficili, l'equilibrio e l'esperienza che tutti gli riconoscono, mettere in campo le soluzioni migliori per il 'governo di servizio' e per l'Italia". Scrive in un comunicato il segretario del Pd del Lazio, Enrico Gasbarra.
Una scissione o una mancata fiducia in Aula sono quindi scongiurate. Ma per Letta non si aprono verdi praterie. Nei prossimi mesi dovrà varare riforme consistenti e dolorose che inevitabilmente divideranno i partiti e gli stessi democratici. Solo allora si saprà se il nuovo premier ha la stoffa per tenere il partito unito e non lacerarlo ad ogni provvedimento in Aula.