Primarie Pd, la sinistra è tornata? Si, forse, può darsi
Ora Zingaretti ha il compito di inventare un nuovo olimpo che possa far tornare a sognare un elettorato spaurito e in perenne fuga
Dopo questa settimana rossa, piene di masse imploranti e cortei, e sventolare di bandiere, habemus papam, il Partitone ha finalmente un capo, e gli iscritti-votanti reduci da acciacchi di varia natura, tornano a sperare.
Se si riempiono le piazze è probabile che l'antico orgoglio torni a splendere, come il tenue sol dell'avvenir, ma siamo sicuri che è solo l'inizio di una nuova marcia trionfale?
Difficile a dirsi, perché stanno partendo a raffica i distinguo, le precisazioni, le sottolineature, che non promettono niente di buono, e le infinite fazioni, oggi apparentemente rasserenate sembrano sempre sul punto di creare nuove fratture, fissioni, multipli e sottomultipli di punti percentuale.
Comunque vada sembra che dalle parti della sinistra qualcosa cominci a muoversi, qualcuno ci crede, la Neo-Repubblica per esempio, Milano e il suo Sindaco-Manager, e tanti delusi da troppe illusioni.
Che destra e sinistra debbano confrontarsi su programmi e progetti ideali di società mi sembra il minimo sindacale, ma in Italia la normalità è merce rara, e tutto diventa esageratamente simbolico, tutto sembra qualcos'altro.
Ora Zingaretti ha il compito di inventare un nuovo olimpo che possa far tornare a sognare un elettorato spaurito e in perenne fuga, e convincere anche quelli che non ci speravano più, e non ha molto tempo.
Si può vincere o perdere ma almeno dimostrare che il Partitone è ancora vitale, e in grado di combattere, esserci, ecco far capire che oltre al rancore e al livore dei perdenti esiste una possibilità, un programma, una speranza.
Auguri Segretario.
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