Politica
Terzo mandato, è ancora caos: la Lega presenta un emendamento. Ira del Pd: "Provocazione inammissibile"
Non intende "rinunciare a questa battaglia" fino all'ultimo il partito di Salvini, che chiede la modifica dell’articolo 2 della legge n.165 del 2004. Tuttavia, con l’opposizione di Forza Italia, la proposta sembra destinata a naufragare

La Lega presenta un emendamento sul terzo mandato. Risponde l’opposizione: “La maggioranza rischia di finire in alto mare”
La Lega non arretra sul terzo mandato. Anzi rilancia: è pronta a presentare un emendamento per superare il limite di due mandati per i presidenti di Regione. La proposta di modifica sul terzo mandato dovrebbe essere depositata nelle prossime ore in Senato, dove in commissione Affari costituzionali è in discussione in sede redigente un disegno di legge sui consiglieri regionali. La scadenza degli emendamenti era stata rinviata di una settimana ed è fissata alle 14 di oggi.
Secondo quanto riferito da fonti parlamentari, la formula dell’emendamento dovrebbe essere la stessa con cui la Lega aveva già tentato in passato, senza successo, di introdurre il terzo mandato. Un atto di coraggio o di incoscienza, quello del partito di Matteo Salvini che non intende "rinunciare a questa battaglia" fino all'ultimo, nonostante le evidenti difficoltà di vedere approvata la proposta e la netta opposizione di Forza Italia?
L'emendamento della Lega sui mandati dei governatori chiede la modifica della legge n.165 del 2 luglio 2004 ammettendo il terzo mandato per i presidenti delle Regioni a statuto ordinario. È stato presentato al disegno di legge sui consiglieri regionali che è all'esame della commissione Affari costituzionali del Senato. Primo firmatario della proposta, il senatore Paolo Tosato. Il testo chiederebbe la sostituzione dell'espressione "secondo mandato" con "terzo mandato" nell'articolo 2 a proposito della "non immediata rieleggibilità dei presidenti di regione". E si aggiunge che la norma si applica "in ciascuna regione a statuto ordinario, con riferimento ai mandati successivi all'adozione della prima legge regionale intervenuta in materia elettorale dopo l'entrata in vigore della legge n.165 del 2 luglio 2004".
Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, che questa mattina a Venezia ha dichiarato: "Non ne so nulla, ne prendo atto, non sto seguendo questa partita. Dopodiché il Parlamento è sempre sovrano e vedremo cosa accadrà".
E non manca, poi, la voce dell’opposizione: in particolare Osvaldo Napoli della segreteria nazionale di Azione, che in una nota - con toni decisi- ha affermato: "Se la Lega presenterà il suo emendamento al ddl consiglieri sul Terzo mandato per i governatori, significa che Salvini e Tajani finiscono ai materassi e la maggioranza rischia di finire in alto mare. La vicenda sarebbe in sé stucchevole se non fosse che essa rivela due ordini di difficoltà. La prima è che Salvini non ha evidentemente soluzioni alternative da offrire ai suoi governatori in scadenza. La seconda difficoltà riguarda Forza Italia il cui rifiuto sul Terzo mandato bloccherà la proposta di "ius scholae" tanto cara a Tajani. Ne esce l'immagine di una maggioranza paralizzata dai veti reciproci degli alleati. Tutto questo accade mentre fuori dai confini del nostro orticello tuona il cannone che sta cambiando il mondo".
E infine, i senatori del Pd in Commissione Affari Costituzionali Andrea Giorgis, Dario Parrini, Valeria Valente e Marco Meloni: "Apprendiamo che la Lega intenderebbe presentare un emendamento per consentire a Zaia e ai Presidenti di Regione la possibilità il di un terzo mandato (che per Zaia sarebbe di fatto il quarto). È una provocazione che a nostro avviso dovrebbe essere dichiarata inammissibile. In ogni caso vogliamo credere che la stessa commissione saprà fin da subito respingere. Noi, se si dovesse arrivare al voto, ribadiremo le ragioni della nostra contrarietà".