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Politica
Lega, Pini: "Giorgetti non c'entra nulla con le mie attività imprenditoriali"
Gianluca Pini

Pini: "Fantasiose suggestioni usate come clava politica"

"Va distinto il vero dal falso, i fatti dalle congetture, vanno separate le cose dal rumore che fanno". L'ex deputato della Lega Nord Gianluca Pini, che ha rotto con la Lega di Matteo Salvini dopo la svolta nazionale e sovranista del segretario, affida ad Affaritaliani.it la risposta al quotidiano Domani che, in un articolo dal titolo 'Gli affari sul Covid del fedelissimo di Giorgetti', scrive che 'l'ex deputato Pini, amico del ministro dello Sviluppo economico, è nel mirino dei pm di Forlì. L’ipotesi è di corruzione e frode. Proprietario di bar e locali, il leghista ha fatturato 4 milioni di euro vendendo dispositivi all’Ausl Romagna e a privati. I rapporti con il direttore dei Monopoli Minenna. Giorgetti è stato socio di una società del fedelissimo fino a pochi mesi fa'.

"Di vero - spiega Pini - c’è che nella fase acuta della prima ondata, durante la quale i dispositivi medici erano introvabili, lo Stato aveva chiesto - a tutti coloro che potevano - di impegnarsi a trovare quanti più dispositivi medici possibili per provare ad arginare la loro assoluta carenza; e così noi abbiamo fatto, dietro richiesta dell’AUSL Romagna e di COROFAR. Di vero c’è che non era previsto alcun bando o asta, a causa della drammatica situazione di urgenza ed emergenza: dunque tutte le forniture in quel momento tragico erano, per forza di cose, in affidamento diretto: quindi non è dato comprendere di quale turbativa d’asta si parli. Di vero c’è che io non avevo e non ho alcun rapporto personale, con la Dirigente che ha firmato la richiesta di fornitura e che tutti i rapporti sono stati tracciati e sono ricostruibili passo per passo, riga per riga".

"Di vero - continua - c’è che la società che rappresento è stata l’unica in Romagna a riuscire a reperire, in tempi ridottissimi,  dispositivi medici regolari e verificati a termini di legge destinati a proteggere i sanitari in prima linea, gli operatori AUSL e i Clienti Corofar. Di vero c’è che senza quella fornitura la AUSL stessa sarebbe stata costretta a limitare o cessare numerose prestazioni e le farmacie del gruppo Corofar non avrebbero avuto prodotti certificati da mettere in vendita per la popolazione. Di vero c’è che tutte le forniture e le transazioni sono state effettuate in maniera tracciata, che i prodotti sono stati certificati, testati, validati dai richiedenti e ricontrollati dai servizi anti-frode a fine 2020: pertanto non si capisce come si possa parlare di frode. Qui termina quanto di vero c’è nella vicenda riportata oggi dalla stampa. Il resto sono illazioni e suggestioni, rese appetitose dal condimento garantito dal gossip politico: una spezia che dà la marcia in più a qualunque narrazione".

Pini aggiunge: "Il sottoscritto e la società che rappresento si sono messi fin dal primo momento a completa disposizione delle autorità competenti per ricostruire i fatti. È stata richiesta ed immediatamente esibita tutta la documentazione necessaria a dimostrare l’estraneità a qualsiasi condotta illecita. Poiché abbiamo bene chiara la nostra buona fede contrattuale, la assoluta correttezza, legalità e trasparenza del nostro operato, non possiamo che augurarci che gli accertamenti procedano rapidamente".

"Certo: nulla potrà alleviare l’amarezza di constatare che uno sforzo eccezionale richiesto dallo Stato a un imprenditore in una fase drammatica persino divenga ragione di accanimento politico verso uno dei migliori Ministri che questa sgangherata Repubblica abbia mai avuto. Non saranno fantasiose suggestioni usate come clava politica a mettere in dubbio la nostra onestà, né ricostruzioni fantasiose a screditare Giancarlo Giorgetti, che sento saltuariamente, non vedo da tempo e che nulla ha a che fare con le mie attività imprenditoriali", conclude l'ex deputato della Lega Nord.

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