Politica
Legge elettorale, convergenza Pd-M5S su sistema tedesco. No di Alfano

Legge elettorale, primo incontro Pd-M5S. Verso il sistema tedesco. No di Alfano. Fico (M5S): "Chiesto premio al 40% esclusivamente a lista"
Venti minuti di confronto per stabilire che la strada da seguire e' quella del sistema tedesco. Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle, per la prima volta nella loro storia, si siedono allo stesso tavolo per discutere di un provvedimento che porti le firme di entrambi i partiti. E di Forza Italia e Lega: Carroccio e forzisti non hanno ancora incontrato i vertici dem, lo faranno domani, ma sembrano intenzionati ad essere della partita per elaborare ed approvare in tempi brevi una legge elettorale che porti immediatamente al voto. Prende tempo Articolo 1 - Movimento democratico e Progressista. Alfredo D'Attorre, che ha partecipato oggi all'incontro con i dem, spiega di voler attendere la proposta formale del Partito Democratico che sara' formulata domani, dopo la direzione. Restano distanti, invece, le posizioni tra Matteo Renzi e Angelino Alfano. Stamane, sembrava addirittura che tra i due non fosse nemmeno stato fissato l'incontro. Invece, nel pomeriggio, il segretario Pd e il ministro degli Esteri si vedono in gran segreto, ma il colloquio non puo' che certificare le differenti vedute tra i due. I rapporti tra Renzi e Alfano vengono dati ai minimi storici e, d'altra parte, il movimento di cui il ministro degli Esteri e' leader non puo' sorridere davanti alla proposta del Pd di fissare la soglia di sbarramento al 5 per cento, percentuale che, almeno oggi, non sembra alla portata dei centristi. Le posizioni "sono molto, molto distanti", fa sapere in serata Alfano. Non solo sulla legge elettorale ma anche sulla durata della legislatura. Il ministro degli Esteri lamenta che Renzi abbia cercato il dialogo prima con le forze politiche che non facevano parte della coalizione di governo e solo dopo con Ap.
Convergenza Pd-M5S su sistema tedesco. No di Alfano
Via libera, invece, da Sinistra Italiana, oggi al Nazareno con il suo segretario, Nicola Fratoianni. Il colloquio tra il deputato pugliese e il segretario dem e' stato ben piu' lungo di quello tenuto alla Camera tra i dem e i Cinque Stelle. Fratoianni ne esce soddisfatto dalla proposta di andare al voto con un proporzionale puro e con soglia di sbarramento al 5 per cento. Ma pone come condizione del via libera di SI il fatto che "non ci siano trucchi e imbrogli". Quello che teme Fratoianni e' che possa spuntare, durante i lavori per la sesura della legge elettorale, un premio di maggioranza esplicito o celato dietro qualche meccanismo: "se una forza politica prende il 20 per cento, vuol dire che deve avere il venti per cento dei seggi, non uno in piu', non uno in meno", ha sintetizzato. Chi non e' entusiasta di questo improvviso feeling tra forze politiche diverse tra loro e' Campo Progressista, il soggetto politico fondato dall'ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia: "siamo negativamente colpiti dalla convergenza di molte forze, di destra e di sinistra, verso una legge elettorale che condurra' molto probabilmente a un governo di larghe intese di cui questo Paese non ha bisogno e che allontanera' sempre piu' dall'impegno politico il popolo del centrosinistra", viene spiegato in una nota. La strada da percorre, per Pisapia, e' quella di "un centrosinistra di governo", capace di uinire e fare proposte che guardino "all'interesse collettivo e no ad interessi particolari". Un dibattito, quello sulla legge elettorale, che prende sempre piu' velocita' con il precipitare verso una crisi di governo: il dibattito sull'emendamento riguardante i voucher, all'interno del ddl 'manovrina', lascia intravedere 'incidenti' al Senato. Il Pd a Palazzo Madama ha numeri risicati e alcune componenti del partito, come gli orlandiani, hanno gia' mostrato forti perplessita' sul provvedimento. Mdp, che fa parte della maggioranza, ha gia' fatto sapere di non avere intenzione di votare il provvedimento sui voucher. Stando cosi' le cose e' facile immaginre che, in Aula, il governo possa 'inciampare' in un mancato voto di fiducia. Il fatto che si tratti di qualcosa di piu' che un'ipotesi e' dimostrato dal toto-urne che gia' impazza nei corridoio di Montecitorio. Gli 'scommettitori' si dividono su due date: quella del 24 settembre e quella del 22 ottobre. Da sbrogliare c'e' la matassa della legge di bilancio. Sciogliere le camere anticipatamente, infatti, comporterebbe il rischio di vedere il governo in carica presentare un testo che, poi, potrebbe essere messo in discussione dall'esecutivo entrante. Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, si sente di escludere il ricorso all'esercizio provvisorio: "ci sono tutte le condizioni per dare le necessarie risposte alle scadenze che abbiamo con l'Europa. Il governo uscente presenta la legge di bilancio con dentro i grandi principi e le misure per evitare che scattino le clausole di salvaguardia con l'aumento dell'Iva, poi il nuovo governo fara' nello specifico le determinazioni del caso". Insomma, per Rosato, "se c'e' un minimo di senso di responsabilita' nel prossimo parlamento dopo le elezioni, l'esercizio provvisorio non scattera' e si approvera' la legge di bilancio. Dopo di che il governo potra' fare tutti gli sforzi" per riempire di contenuti dettagliati la manovra. L'ultima parola, in ogni caso, spettera' al Presidente della Repubblica. Mattarella assiste al dibattito tra i partiti ma, ovviamente, non interviene ne' sul merito ne' sui tempi. E' suo assunto essere arbitro e sa che ogni sua parola potrebbe avere ripercussioni in un senso o nell'altro. Non gli sfugge che l'eventuale accordo tra le forze poiltiche, se e quando portasse a dar vita a una riforma elettorale, potrebbe portare con se' una accelerazione verso le urne. Il condizionale e' d'obbligo perche' non sarebbe la prima volta che a una linea dichiarata in pubblico da parte dei partiti non corrispondesse per tutti la stessa linea nei colloqui privati. Ma se i principali partiti fossero concordi nel ricorso alle urne prima della scadenza naturale, non sarebbe di sicuro Mattarella a opporsi favorendo un governo di transizione. Certo, la preoccupazione per il rispetto dei tempi e dei contenuti della prossima legge di bilancio aleggia al Quirinale, ma la tentazione di 'fasciarsi la testa prima che sia rotta' non e' nel costume dell'attuale inquilino del palazzo presidenziale. E del resto il perimetro dell'intervento sui conti pubblici e' stato gia' indicato dall'attuale governo nella sua trattativa con Bruxelles, e quello sara', comunque vada, un paletto oltre il quale sara' difficile andare.
L.elettorale, Fico (M5S): Con Pd incontro cordiale e distaccato
Un incontro "cordiale e distaccato". Questa in sintesi l'atmosfera dei venti minuti in cui M5S e Pd si sono confrontati sulla legge elettorale. Roberto Fico, Vito Crimi e Danilo Toninelli si sono seduti a un tavolo di fronte agli esponenti Pd (il capogruppo Fico era di fronte al capogruppo dem Ettore Rosato) e hanno presentato la loro proposta: un modello elettorale alla tedesca con soglia di sbarramento al 5% ed eventuali correttivi per garantire maggiore stabilità. "E' andato come doveva andare. Abbiamo portato esclusivamente quello che è uscito dal voto degli iscritti. Non ci muoviamo da lì. Sarà il Pd che ci farà capire cosa vuole fare. Il Pd ha ascoltato e ha preso atto della nostra proposta", ha detto Fico in sala stampa alla Camera.
"I nostri iscritti hanno votato a favore dei correttivi di governabilità e magari un premio esclusivamente alla lista - e non alla coalizione - al 40%". Così il capogruppo M5S Roberto Fico in sala stampa alla Camera dopo l'incontro con il Pd sulla legge elettorale.
Legge elettorale: Rosato, 5% soglia ragionevole da conservare
"Il 5% e' una soglia ragionevole con un sistema proporzionale. Richiede uno sforzo di aggregazione per i partiti piu' piccoli, ma e' una soglia che e' importante conservare perche' rende il proporzionale un po' meno proporzionale e consente la governabilita'". Ad escludere che ci possa essere un abbassamento della soglia di sbarramento in ingresso dal 5% al 3%, come ad esempio chiede Ap, e' il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, tra i protagonisti delle trattative in atto su un'intesa sul sistema elettorale tedesco. Rosato lo ha specificato durante la registrazione di 'Porta a Porta'.
L.Elettorale: incontro Renzi-Alfano, ma posizioni distanti
Si e' svolto oggi pomeriggio un incontro sulla legge elettorale tra vertici del Pd e quelli di Alternativa Popolare. Un incontro che non ha fatto superare le distanze tra i due partiti, tanto da far dire al capogruppo di Ap, Maurizio Lupi, che "le posizioni sono distanti". Lupi riferisce dell'avvenuto incontro tra Matteo Renzi e Angelino Alfano, assieme alle rispettive delegazioni, durante la registrazione di Porta a Porta. Tra i nodi irrisolti la soglia di sbarramento del 5 per cento, che invece Ap vorrebbe far passare al 3.
"Quella sulla soglia si sbarramento e' stata la prima domanda che abbiamo fatto a Renzi quando oggi pomeriggio lo abbiamo incontrato con Alfano e D'Alia", riferisce ancora Lupi che spiega: "1.250.000 voti presi da Ap alle elezioni con la legge elettorale che vogliono andrebbero" persi, ovvero "1.250.000 cittadini non avrebbero il diritto di cittadinanza in Parlamento con lo sbarramento al 5%", inoltre, "la legge elettorale va fatta con l'opposizione ma prima si deve dialogare all'interno della maggioranza. Con Renzi pero' le posizioni sono distanti. Domani ci sara' la direzione del Pd e giovedi' la direzione nazionale di Ap, vedremo, ma non vado col piattino in mano da nessuno", conclude Lupi.