Letta: "Alle Olimpiadi di Sochi mi batterò per i diritti dei gay"
"A Sochi ribadirò la contrarietà dell'Italia a qualunque normativa discriminatoria nei confronti dei gay, nello sport e fuori dallo sport". Il giorno dopo l'annuncio ufficiale della sua partecipazione alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali, il premier Enrico Letta si difende così dalla tante accuse ricevute dalle associazioni gay. E aggiunge di aver preso la decisione insieme al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al ministro dello sport e alla presidenza del Coni "per far marciare la candidatura di Roma per le olimpiadi del 2024 in cui crediamo molto è un dovere essere a Sochi". Insomma, Sochi come occasione in cui saldare alleanze in vista della sfida per ottenere i Giochi in Italia.
"Ci sarò solo io - ha spiegato parlando in una conferenza stampa a Doha - e a Sochi come qui e sempre ribadirò la mia assoluta contrarietà a ogni discriminazione dei gay ".
Ieri erano state molte le critiche piovute sul capo del governo per la sua scelta di partecipare alla cerimonia di inagurazione. Oggi la polemica sale di tono: "L'Italia grazie a Letta ha già perso le sue olimpiadi. Le sue sono parole sconfortanti che offendono la nostra intelligenza", dice Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay, aggiungendo che "quando sui diritti hanno la meglio le forniture di gas o un'operazione di marketing, abbiamo svenduto l'onore di un paese".