Letta continua
Di Angelo Maria Perrino
Enrico Letta è bravo e competente, è giovane ma ha grande esperienza partitica, politica e istituzionale.
Ha studiato da premier e ha costruito intorno a sé un bel network di persone di qualità e opinion maker che lo sostengono e gli danno idee. Quando si è insediato ho dunque scritto che è il meglio che l'Italia in questo momento possa offrire. E il governo Pd-Pdl (con la ruota di scorta di Monti e Casini) l'unica maggioranza possibile.
I suoi primi movimenti mi sembrano improntati a prudenza, saggezza, equilibrio, capacità di mediazione, ma anche concretezza ed efficacia (alle difficilissime condizioni date, politiche ed economiche), che fanno di lui una sorta di grand commis alla francese, come avrebbe dovuto essere Mario Monti, tradito però dal suo narcisismo e dalla sua rozzezza politica e sociale.
Letta è cioè un tecnico politico (o un politico tecnico), discepolo di Andreatta e del meglio della tradizione Dc. Con tessera del Pd, un piccolo miracolo.
Io credo che durerà. E tanto. Perché non si intravvedono all'orizzonte persone e formule alternative a lui e al governo di larghe intese che ha messo insieme sotto la spinta di Napolitano.
Certo, le fibrillazioni non mancano. Ma sono spesso di tipo giornalistico: i giornali vanno riempiti, il retroscenismo è piaga dilagante sui vecchi cartacei. E il Palazzo riverbera e dilata, da mane a sera in tv, nella sua autoreferenzialità da talk show, dando la sensazione di essere sempre sull'orlo della crisi.
Roba appunto da talk show, marketing partitico di questa sempiterna campagna elettorale (ora partiti e candidati stanno brigando già per le europee dell'anno prossimo).
Ma la situazione internazionale non consente guizzi solitari e fughe in avanti destabilizzanti. Vince la forza delle cose, che raccomanda coesione e concretezza, pazienza e temperanza.
Letta continua, dunque.
E se proprio non ci piace, come disse Montanelli ai tempi della Dc, turiamoci il naso.
Scritto per La Discussione