Dopo Berlino Parigi, Letta da Hollande
Il premier Enrico Letta a Parigi incontra all'Eliseo il presidente Francois Hollande. L'Italia è per la Francia "più che un partner, è un Paese amico. Sosteniamo tutti gli sforzi dell'Italia per superare le sue difficoltà politiche. L'Europa ha bisogno dell'Italia come l'Italia ha bisogno dell'Europa". E lo stesso vale per la Francia. "Siamo legati gli uni con gli altri", ha detto Hollande a Parigi in una conferenza stampa con Letta. L'Europa "ha l'obbligo di fare il massimo per la crescita e per il lavoro, soprattutto per i giovani", ha aggiunto.
La disoccupazione, soprattutto quella giovanile, è "il vero incubo" di questi anni, ha detto Letta, assicurando che l'Italia metterà "la stessa determinazione" per favorire le politiche di crescita così come ha fatto per la stabilità di bilancio. "È stato un incontro importante e positivo: devo dire che il tasso di soddisfazione da parte mia è del 100%", ha commentato poi il colloquio avuto con il presidente francese.
La prima reazione di Parigi dopo il voto di fiducia al governo Letta è stata affidata a Thierry Repentin, ministro degli Affari europei, che ha espresso sollievo per il fatto che "da oggi, sulla politica di rilancio in Europa, Hollande è meno isolato".
Il presidente del Consiglio, che martedì ha incontrato Angela Merkel a Berlino, lunedì sarà a Madrid per un faccia a faccia con il primo ministro spagnmolo Mariano Rajoy. "Merkel è sensibile all'esigenza di crescita in Europa", ha detto stamani Letta, lasciando Berlino. Il premier ha riferito del colloquio con la cancelliera affermando: "In fondo c'è l'idea che o l'Europa tutta cresce, oppure non è che qualcuno si salva da solo. Ho spiegato tutta le fragilità della situazione italiana, ma anche tutta la forza e la determinazione", ha aggiunto Letta: "Il lavoro è il cuore di tutto. Se noi riusciamo sul lavoro a dare dei segnali positivi ce la faremo. Se sul lavoro non ci riusciamo, sono sicuro che non ce la faremo".
"La formazione di un nuovo governo è una cosa positiva per l'Italia, ma il Paese ha pochi margini di manovra sul risanamento dei conti e la nuova coalizione potrebbe non essere abbastanza forte o durare abbastanza a lungo per varare le riforme economiche e strutturali necessarie per far ripartire la crescita". Lo dice l'agenzia di valutazione del debito americana Fitch in una nota. L'agenzia di rating spiega che la "fragilità" della coalizione di larghe intese "limita gli spazi di manovra per portare avanti riforme fondamentali che possano dare un impulso alla crescita". Quindi, prosegue Fitch, le riforme strutturali ed economiche di cui ha bisogno il Paese potrebbero essere "difficili" da realizzare. Sottolinea, inoltre, che "la recessione in Italia è una delle più profonde nell'eurozona e che finora non ci sono segnali di ripresa". Anzi, conclude l'agenzia, "il tasso potenziale di crescita dell'economia italiana nel medio-termine è basso anche rispetto agli standard europei". Fitch lo stima intorno all'1%.