Insight/ Il premier rilancia ma è isolato. Un posto all'Ue per Letta?
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Il Pd sta vivendo uno dei suoi momenti più difficili. Le divisioni interne stanno lacerando il partito. Andiamo con ordine. Renzi anticipa a giovedì 13 la Direzione Nazionale per decidere le sorti dell'esecutivo. E proprio mentre tutto sembra portare al primo governo del sindaco di Firenze, dopo l'incontro di due ore con Napolitano di lunedì sera, Enrico Letta gioca in contropiede. Sale al Quirinale, prima che il Presidente parta per il Portogallo, e annuncia l'imminente presentazione di un nuovo patto di coalizione che tutti i partiti - Pd compreso - accetteranno.
Non solo. Fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che il summit al Colle è andato molto bene. Sgomenti i parlamentari democratici. Alcuni, a microfono spento, si lasciano andare a commenti poco edificanti per il premier: "Sembra un marziano! Ma cosa dice?". La situazione è ingarbugliata. Poca voglia di parlare. Cellulari staccati e continue riunioni. Ma Affaritaliani.it ha parlato con un deputato molto vicino al segretario, che spiega come i parlamentari più vicini a Letta stiano cercando di convincere il capo del governo a desistere e a fare un passo indietro. Troppo isolato nel partito. I renziani vogliono andare avanti con le riforme e vedono nel governo del Sindaco l'unica garanzia. La minoranza bersaniana teme le elezioni (e la non ricandidatura) e quindi spinge per il governo Renzi in modo tale che le riforme, anche quelle istituzionali, vadano avanti come da accordo con Forza Italia e Berlusconi per prolungare la loro permanenza in Parlamento. A Letta resta solo la sottile pattuglia di deputati e senatori a lui fedeli fin dall'inizio.
Il problema è che il premier non vuole mollare. Forse, dicono i maligni, perché nelle prossime settimane ci sono le nomine delle aziende controllate dal Tesoro (Eni ed Enel in testa) e Letta vuole essere della partita. E decidere lui in prima persona. Però si tratta. A rischio l'intera legislatura e le riforme se la situazione non si sblocca. Per questo - confida la fonte renziana - si starebbe cercando un ruolo di peso per il premier in Europa. Una sorta di contropartita per convicerlo a lasciare Palazzo Chigi al segretario democratico. Il Quirinale vuole continuità, e quindi preferirebbe andare avanti con Letta, ma, consapevole delle divisioni nel Pd, non vuole nemmeno che le fibrillazioni continuino indebolendo ancora di più l'esecutivo.