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Politica
M5s-Lega: Raggi a processo, Roma nel caos, Fico contro Di Maio e Salvini vola

Il processo a Virginia Raggi per falso ideologico - in una memoria all'Anac aveva sostenuto che Raffaele Marra (all'epoca capo del personale del Comune di Roma) non aveva svolto ruoli attivi nella nomina del fratello Renato, dirigente della Polizia municipale, alla guida della Direzione Turismo - non potrebbe iniziare in un periodo più sfavorevole.

Lo scandalo dello Stadio della Roma che ha travolto l'amministrazione grillina con l'arresto di Luca Lanzalone e l'avviso di garanzia al capogruppo grillino in Campidoglio Paolo Ferrara ci ha messo il carico, ma anche la situazione "nazionale" è del tutto svantaggiosa per la sindaca.

Già, perché nel Movimento 5 Stelle - come fa notare Dagospia, attribuendolo addirittura allo stesso Beppe Grillo - cresce il "malumore" (un eufemismo) per lo strapotere mediatico che ha acquisito l'alleato di governo, quel Matteo Salvini che in poche settimane di esecutivo ha divorato la scena mettendo in ombra Luigi Di Maio, che al confronto dell'omologo vicepremier  leghista si muove come un pugile suonato. 

L'ala più ortodossa del Movimento, quella di Sinistra in soldoni, capeggiata da Roberto Fico - Presidente della Camera e quindi Terza Carica dello Stato - è spiazzata dalle dichiarazioni di Salvini su migranti, rom e chiusura dei porti, e preoccupata della morìa di consensi a favore della Lega, che invece veleggia con il vento in poppa.

In tutto questo la situazione romana crea non pochi problemi, e la Raggi è a tutti gli effetti in bilico. Di Maio pochi giorni fa l'ha già "abbandonata" lasciando intendere che, in caso di condanna, il m5s se ne libererà senza mezzi termini, e molti consiglieri capitolini grillini vorrebbero staccarle la spina in stile Ignazio Marino. L'unica cosa che li ferma è il fatto che molti di loro, fra cui Marcello De Vito, Enrico Stefàno e Daniele Frongia, sono già al secondo mandato e quindi non potrebbero - secondo le regole del m5s - ripresentarsi a nuove elezioni, almeno nelle file del Movimento. 

Una condanna o nuove rivelazioni sul caso Lanzalone potrebbero cambiare radicalmente la situazione. E c'è ancora l'incognita dei ballottaggi di domenica prossima. Nel caso in cui il m5s dovesse fare una figuraccia - e la Lega trionfare per l'ennesima volta - lo scontento si esacerberebbe ulteriormente e si vedrebbero necessarie delle misure drastiche, quali per esempio - ipotizzano molti - la decisione di chiudere con la Lega prima che Salvini monopolizzi irrimediabilmente i consensi portandoli alla coalizione del Centrodestra, non dimenticando che il leader leghista continua a vedersi con il mai ripudiato Silvio Berlusconi.

Si preannuncia insomma un'estate molto crudele per il Movimento 5 Stelle e per i suoi esponenti. 

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