Politica
Crosetto, gli affari del fedelissimo di Meloni tra azienda del figlio e armi

Lui: "Il fatturato della società di cui mio figlio ha il 15 % delle quote ad ora è zero. Quindi mi pare evidentissimo che non abbia avuto collaborazioni"
Crosetto, gli affari del fedelissimo di Meloni
Guido Crosetto, si sa, è un fedelissimo di Giorgia Meloni. In molti lo vedono con un ruolo di primo piano al governo dopo le prossime elezioni del 25 settembre. Ma, secondo Domani, ci sono alcuni dubbi su alcune situazioni che lo riguardano. "Domani ha letto verbali di cda e documenti camerali, per capire se le accuse di conflitto d’interessi sono pelose oppure no. E ha scoperto alcune evidenze che potrebbero creare qualche imbarazzo al consigliere ombra della Meloni se volesse entrare davvero al governo", scrivono Giovanni Tizian ed Emiliano Fittipaldi.
In particolare, Domani parla della società "avviata dal figlio di Crosetto, Alessandro, nel 2020, in piena pandemia, azienda che è in affari con industrie rappresentate dal padre nel suo ruolo di presidente di Aiad. E ha tra i suoi rappresentanti personaggi segnalati dall’antiriciclaggio e legati all’ultimo scandalo finanziario del Vaticano sulla famigerata compravendita di un palazzo a Londra". Prosegue Domani: "Nell’azienda di Crosetto junior troviamo anche altre figure espressione della finanza italiana e di quelle élite spesso criticate da Meloni. Tra gli altri consiglieri della ditta che dovrà occuparsi di telemedicina con i fondi del Pnrr c’è anche Eliano Lodesani, presidente di Intesa Sanpaolo real estate e in passato chief operating officer dello stesso istituto".
Ci sarebbe un legame tra Telespazio ed Entheos. "Di solito Telespazio è capofila nei progetti ed Entheos potrebbe aver fatto parte di una di queste cordate beneficiando così di parte delle risorse, è l’analisi di chi lavora dell’azienda", sostiene Domani che sottolinea delle opportunità di fondi offerte dal Pnrr tra cui "un miliardo di euro destinato allo sviluppo della telemedicina. Un buon affare, quindi, che vede in prima fila la ditta legata al fondatore di Fratelli d’Italia e capo di Aiad", scrive sempre Domani.
"Il fatturato della società di cui mio figlio ha il 15 per cento delle quote a ora è zero. Quindi mi pare evidentissimo che la società non abbia avuto collaborazioni con nessuno" dice Crosetto a Domani "se poi, per assurdo, quella società avesse avuto rapporti con Telespazio, utilizzandone e pagandone i servizi, avrebbe fatto una cosa sacrosanta e legittima".
Crosetto, scrive Domani, chiarisce anche "che non è vero che viene stipendiato 400mila euro come presidente dell’Aiad", la federazione confindustriale che cura gli interessi delle aziende del settore dell’aerospazio e della difesa. "La presidenza dell’Aiad per statuto è gratuita", dice. Ma secondo Domani "in realtà il regolamento interno dice altro. «Tutte le cariche non sono retribuite, fatta eccezione per la carica del presidente ove il cda lo ritenga opportuno»", si legge. "Evidentemente per Crosetto non ha deliberato conseguentemente", aggiungono Tizian e Fittipaldi.
Secondo Domani, "talvolta il doppio ruolo (tra politica e Aiad, ndr) genera conflitti, come per esempio nel caso dell’invio di armi in Yemen. Quando il governo Conte ha bloccato l’export, Fratelli d’Italia è intervenuto duramente (...) Il provvedimento colpiva un’azienda più di altre (...) che esportava bombe che l’Arabia Saudita usava contro i civili. Un danno per l’azienda che aveva perciò fatto ricorso contro il governo". Quella società è membro di Aiad.
"Non capisco quale conflitto possa esserci tra ciò che ho fatto 11 anni fa e la presidenza della rappresentanza di un settore industriale, un’organizzazione privata e non pubblica", dice Crosetto: "Ciò detto essendo un libero e privato cittadino, senza ruoli pubblici o politici, ho gli stessi diritti di qualunque altro cittadino e quindi posso lavorare, nei limiti consentiti dalla legge, con chiunque è in qualunque forma legale consentita".