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Politica
Meloni lancia l'astensione a Draghi. Salvini verso il sì, gelo di Fi (divisa)
Silvio Berlusconi - Giorgia Meloni - Matteo Salvini (Lapresse)
INEQUIVOCABILI LE PAROLE DI GIORGIA MELONI - "Sarò chiara. Non c'è alcuna possibilità di una partecipazione o anche di un sostegno da parte di Fratelli d'Italia al Governo Draghi. Gli italiani hanno il diritto di votare. Continuiamo a lavorare per tenere il centrodestra unito e portare gli italiani alle elezioni. Fatevene una ragione". Così la leader di Fdi, Giorgia Meloni, su Facebook.

Il Centrodestra sta lavorando in queste ore alla proposta di Giorgia Meloni di un eventuale voto di astensione che tutta la coalizione potrebbe assumere nei confronti di Draghi. In particolare, raccontano che il tema sarebbe stato messo sul tappeto dalla leader di Fratelli d'Italia, dopo aver ribadito che la linea dovrebbe essere quella di puntare al voto. In subordine, l'astensione potrebbe essere una opzione 'unitaria' che terrebbe insieme le varie sensibilità, anche perché è il massimo che la Meloni può concedere. Se Cambiamo! e gli altri piccolini, o addirittura Forza Italia, votano a favore di Draghi a quel punto liberi tutti e Fratelli d'Italia va convintamente all'opposizione. Un lavoro difficile per tentare di tenere insieme il Centrodestra estremamente diviso.

Matteo Salvini, pressato dai pro-Draghi come Giancarlo Giorgetti e Luca Zaia, non si è espresso sulla proposta della Meloni anche se in definitiva la condivide perché, se i 5 Stelle restano a maggioranza sul no alla fiducia, è l'unico modo per andare alle elezioni e, potenzialmente, diventare premier di un governo di Centrodestra. Forza Italia è divisa al suo interno e l'anima Brunetta-Carfagna spinge per il sì ma Draghi, ma Berlusconi e Tajani sanno che se la coalizione va in frantumi sono poi a rischio molte amministrazioni regionali (anche quella della Liguria, e Giovanni Toti lo sa benissimo) oltre alle inevitabili ripercussioni sulle elezioni comunali della prossima primavera. Una partita difficile, Draghi è un nome molto autorevole e non è certo facile votare contro il suo governo, ma se il M5S resta per il no nessuno nel Centrodestra vuole regale l'opposizione ai grillini e andare a braccetto del solo Pd.

SALVINI: OK (FORSE) A DRAGHI SOLO SE A TEMPO - "Non so di cosa stiamo parlando, con chi va al governo, quando si va a votare, ma se mi dice 'andiamo a votare tra due anni', non si puo'", avverte Matteo Salvini parlando dell'agenda di Mario Draghi come presidente del Consiglio incaricato. "Non puo' essere la pandemia la scusa per non votare, per bloccare la democrazia. Se devono esserci altri giorni o settimane persi, allora votano in tutto il mondo", aggiunge il leader della Lega, sempre dai microfoni di Radio Radio.

GOVERNO: DRAGHI SPACCA FI, 'ALA MODERATA' SUGLI SCUDI PER SI', SI ATTENDE LINEA CHIARA BERLUSCONI - Forza Italia è di nuovo a un bivio. "Voterà o meno la fiducia a un eventuale governo Draghi?", si chiedono in tanti. Il partito è confuso e allo stato, in assenza di un intervento del leader Silvio Berlusconi, non c'è una linea chiara, univoca. Il dilemma è semplice: seguire la coppia Salvini-Meloni che grida al voto, al voto! o accogliere l'appello del Colle per uscire tutti insieme dall'emergenza pandemica con un ''governo di altro profilo'', ovvero tecnico-istituzionale, senza politici visto che la politica ha fallito? I 'filosalviniani' di Fi sono in imbarazzo, perchè non si è capito se il 'Capitano' voglia andare davvero alle urne e attendono un segnale preciso dal numero uno di via Bellerio che oggi ha riunito la coalizione proprio per confrontarsi con gli alleati sul da farsi con 'Super Mario' a palazzo Chigi. L'ala moderata azzurra, a cominciare dai parlamentari che fanno capo a Mara Carfagna, è in fermento, i maldipancia sempre più forti. ''Chi non ha mai accettato di far parte di una coalizione a trazione sovranista, difficilmente ora si lascerà scappare l'occasione di un governo Draghi per manifestare tutta la propria insofferenza'', dice a mezza bocca un big azzurra. Il timore è che su Draghi possa consumarsi un vero e proprio strappo, con il rischio di una nuova scissione interna. In queste ore ci sono contatti, telefonati, incontri, più o meno riservati. Le 'correnti' forziste sono in subbuglio.

C'è chi scommette che se il Cav dovesse ''accordarsi'' alla linea del voto subito di Salvini-Meloni, questa potrebbe essere la goccia cha farebbe traboccare il vaso e scatterebbe un 'tana libera tutti'. "Se Forza Italia decide di non votare Draghi, ci potrebbero essere delle ricadute all'interno del partito, che non auspico ma temo'', avverte il deputato di lungo corso Osvaldo Napoli, del direttivo azzurro della Camera. L'escamotage, raccontano, per mettere tutti d'accordo e siglare una sorta di tregua armata, ci sarebbe e si chiama astensione. "Una parolina magica per consentire a Draghi di fare il suo governo, senza 'impegnare' troppo Fi, salvando capra e cavoli'', spiega un esponente di spicco del fronte moderato forzista. Che il partito sia diviso e in preda a mille tensioni lo dimostra il fatto che i vertici ancora non si siano pronunciati fino ad ora. Ma c'è già chi ha voluto subito chiarire da che parte stare, come Mara Carfagna che ieri è stata l'unica a chiedere di ascoltare l'appello-monito del Colle, e Renato Brunetta che oggi avverte: ''Draghi è la persona giusta al momento giusto, lui ce la può fare, col concorso di tutti''.

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