Meloni non darà l'ok a usare i beni russi per armare l'Ucraina, ma i dubbi della premier non sono ancora finiti. E Salvini... - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 18:52

Meloni non darà l'ok a usare i beni russi per armare l'Ucraina, ma i dubbi della premier non sono ancora finiti. E Salvini...

Il tema principale al Consiglio Ue di Bruxelles

Di Alberto Maggi

Sicuramente a queste condizioni non potrà essere sostenuto dall’Italia un accordo europeo che conceda il via libera per usare i beni di Mosca per finanziare gli aiuti militari a Kiev contro la Russia

Giorgia Meloni dosa sempre molto attentamente le parole. E ieri in aula alla Camera è stata estremamente prudente sull'utilizzo che alcuni Paesi europei, la Francia di Emmanuel Macron in testa ma anche buona parte della Commissione europea, vorrebbero fare dei beni russi confiscati e presenti nell'Unione europea. In gran parte oro ma non solo.

Seduto alla sinistra della presidente del Consiglio c'era il vicepremier Matteo Salvini che nel governo ha una posizione nettissima: nessun atto ostile contro la Federazione Russa. Ma non è solo il vicepremier e leader del Carroccio a frenare la premier su questo delicato dossier ma anche il timore di un contenzioso giuridico internazionale pericolosissimo con Mosca che, se l'Europa dovesse perdere, vedrebbe costretti i Paesi dell'Unione a versare centinaia di miliardi di euro, per l'Italia qualche decina.

Insostenibile proprio ora che Roma sta per uscire dalla procedura di infrazione Ue per deficit eccessivo e che la curva del debito pubblico inizia a calare, con spread a livelli molto bassi e le agenzie di rating che promuovono il nostro Paese. Va bene il sostegno politico e diplomatico a Kiev e al presidente Zelensky ma, visto che la Germania del cancelliere Friedrich Merz non vuole assolutamente sentir parlare di eurobond per finanziare gli aiuti all'Ucraina, resta per Bruxelles solo la soluzione dei beni russi congelati.

Ma l'Italia non darà l'ok incondizionato, non se ne parla. E non è sola. Ovviamente contrario il Belgio che ha quasi tutti i beni del Cremlino nella sua capitale e in altre città dello Stato che ospita la sede dell'Ue, l'Ungheria di Viktor Orbàn "amico" di Vladimir Putin ma anche Paesi come la Slovacchia e la Danimarca sono molto titubanti.

Al massimo, come ha spiegato Meloni a Montecitorio, quei fondi russi o una parte di essi potranno essere utilizzati per la ricostruzione dell'Ucraina dopo un eventuale accordo di pace, anche se ovviamente Putin li rivorrà indietro (magari con il sostegno di Donald Trump totalmente disinteressato dalla questione).

Ma sicuramente a queste condizioni (quelle che vogliono Macron e gran parte della Commissione europea) non potrà essere sostenuto dall’Italia un accordo europeo che conceda il via libera per usare i beni di Mosca per finanziare gli aiuti militari a Kiev contro la Russia. Primo non ne è convinta e secondo si creerebbe una lacerazione enorme nel governo con la Lega e Salvini.

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