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Politica
Mes, Di Maio: “Riforma inaccettabile”. Ius soli? Non è priorità e mai lo sarà"

Mes, Di Maio: "Riforma che stritola l'Italia" 

“Una riforma che stritola l'Italia è inaccettabile". Così il ministro degli esteri Luigi Di Maio in un'intervista a Il Corriere della Sera in cui torna sul caso del fondo Salva-Stati, approvato lo scorso giugno dall’Unione Europea. Di Maio spiega di aver “chiesto la convocazione del vertice” del suo gruppo, perché “in Europa siamo stati abituati a colpi bassi in passato, che non abbiamo più intenzione di subire”. Anche perché il leader 5S si dice sicuro che “Conte non ha firmato nulla”, pertanto “questo non è un vertice contro di lui, anzi lo sosteniamo”. “Ma è giusto fare il punto” sottolinea Di Maio, in quanto “una riforma del Mes che stritola l’Italia non è fattibile”. 

Al Corriere che chiede a Di Maio se, come rilevava ieri il segretario Pd Zingaretti in un’intervista a la Repubblica, il governo deve trovare presto un’anima oppure va a casa, il leader pentastellato ribatte che “per il Movimento, dare un’anima a questo governo significa dare tutto per gli italiani” e se ci sono difficoltà “è normale perché siamo nati in poche settimane” ma lui vede “un clima positivo”. “Non roviniamolo – esorta - con slogan per il nostro elettorato”.

Così Di Maio si augura che dopo la manovra ci si sieda a un tavolo e “lavoreremo a un calendario per il 2020”, assicura, “a partire da salario minimo, legge sul conflitto di interessi e riforma della sanità”. Mentre lo ius soli non è una priorità perché “per le strade la gente non mi ferma per chiedermi lo ius soli. Mi chiede lavoro, meno tasse, liste di attesa negli ospedali più veloci. L’Italia non è un prodotto da campagna elettorale. Milioni di famiglie aspettano risposte” afferma Di Maio replicando a Zingaretti. Tanto più che quello dello ius soli “è un tema che non è mai entrato nel programma di governo, né entrerà ora” chiosa il leader 5S sbarrando così la porta alle richieste del Pd.

Mentre sulla manovra, Di Maio ribatte alle opposizioni, specie Lega e Fratelli d’Italia: “Ora hanno il coraggio di contestare una legge di bilancio che fa più deficit — quindi è più espansiva — di quella fatta quando eravamo al governo con i sedicenti sovranisti. Io non so dove trovino la faccia”, “se non fosse stato per noi – aggiunge – oggi le famiglie si sarebbero ritrovate l’aumento dell’Iva e 600 euro in più da pagare. Non scherziamo”. Quanto al numero degli emendamenti alla manovra presentato in Aula, Di Maio tranquillizza: “Non deve spaventare, i regolamenti parlamentari permettono una scelta oculata da parte delle forze politiche” dice.

Mes, Tria: "Nessuna firma ma abbiamo sventato pericoli da Olanda"

"Non è stato firmato nulla, né da me la notte dell'Eurogruppo e nemmeno dal premier Conte. Semplicemente sono state esaminate delle bozze e sono stati raggiunti dei primi accordi". Così l'ex ministro dell'Economia, Giovanni Tria, spiega il rebus della riforma del Mes su cui si sta levando tensione all'interno della maggioranza. Tria spiega che il problema in sede Ue era quello dell'Olanda che "voleva inserire el nuovo meccanismo di stabilità regole fisse di calcolo per determinare se il debito di un Paese è sostenibile oppure no. Sarebbe stato un passaggio inutilmente pericoloso". "Avremmo - ha aggiunto - fatto il bis del bail-in, il meccanismo che ha portato ai salvataggi bancari in Italia". E invece? "Le decisioni in Europa - spiega l'ex ministro - si prendono a maggioranza. Bisognava andare avanti, siamo arrivati a un compromesso. E devo dire che date le condizioni, abbiamo ottenuto molte delel cose che avevamo chiesto". "I parametri fissi sono stati eliminati e dalle bozze è scomparso qualsiasi automatismo tra la valutazione del debito pubblico e la sua ristrutturazione"

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