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Politica
Rispunta l’idea Molisannio. Dialogo con Mastella. Toma: “Facciamo sul serio"



Toma e Mastella si incontrano a Benevento e la costruzione di una nuova macroregione che comprenda il Sannio molisano e il Sannio beneventano sembra essere già in fase avanzata di interlocuzione

 


Se ne parla dal 1970, ovvero poco dopo la nascita del Molise avvenuta dopo il distacco della Provincia di Campobasso dalla Regione degli Abruzzi e Molise istituita nel 1948. Rispunta con ordine e in maniera cadenzata ogni due lustri. Gli ultimi tentativi nel 1993 nel 2012. Oggi, il governatore della Regione Molise, Donato Toma, rilancia l’idea del Molisannio. Ovvero aggregare la Provincia di Benevento al territorio molisano e ricostituire così l’unione dell’antico popolo italico dei Sanniti. Per la verità, quando l’idea fu proposta con la creazione di un primo Comitato, il Molisannio doveva più assomigliare ad una macroregione che comprendesse anche i territori dell’avellinese e dell’alto foggiano.

Di certo, oggi, ci sono diversi elementi di novità: il primo è che l’idea non arriva più dal beneventano ma dal Molise e il secondo riguarda il progetto che appare, in termini di confini, più ridimensionato ma anche più concreto al netto delle difficoltà burocratiche. Inoltre, la visita di domenica scorsa a Benevento di Toma, accolto a braccia aperte dal sindaco del capoluogo Clemente Mastella, ha sancito di fatto l’unità di intenti.

Se il Molise incrementerebbe la propria popolazione e avrebbe accesso all’alta velocità che passa dal capoluogo sannita che da parte sua ha anche una grande area industriale con un notevole margine di sviluppo e di crescita, Benevento ne guadagnerebbe anche in termini puramente politici e di rappresentanza. Un bel salto di qualità lo otterrebbe anche il Molise in termini di investimenti e risorse. Una su tutte la sanità.

Sullo stato delle cose e delle interlocuzioni abbiamo chiesto proprio al governatore Toma di fare il punto della situazione.


Stando ai fatti quella del Molisannio è un’idea che può concretizzarsi?
“Guardi, in Clemente Mastella, a cui mi lega un sentimento di amicizia e rispetto, ho trovato un interlocutore credibile e un alleato affidabile. Possiamo dirlo senza possibilità di smentita, facciamo sul serio e nel giro di un anno, al massimo un anno e mezzo potremmo concludere l’operazione”.

Tornando agli elementi di novità rispetto al passato, perché ora la proposta arriva dalla sponda molisana?
“Il motivo è molto semplice. Il Molise ha necessità di allargare i propri confini e poi c’è continuità storica e culturale con il Sannio beneventano. Apparteniamo allo stesso popolo sannita e inoltre le affinità sono anche territoriali. Insomma, guardare all’aggregazione di Benevento per il Molise è quasi un passo scontato”.

Il Molise perderebbe qualcosa o ne guadagnerebbe? Qualche sindaco ha storto il muso.  

“Assolutamente no. Il Molise ne guadagnerebbe tantissimo e Campobasso resterebbe capoluogo di Regione perché parliamo di aggregazione politico – istituzionale e civica di una provincia. Chi dice il contrario fa mera speculazione”.

Nel particolare?
“Abbiamo la necessità di incrementare la popolazione per non restare estranei a tutta una serie di vantaggi. Come incrementare il dato demografico nel breve periodo se non aggregando? Ai circa 290mila abitanti del Molise si andrebbero ad aggiungere gli oltre 270mila della Provincia di Benevento e questo configurerebbe un ben altro scenario e ci porterebbe ad avere circa 600mila abitanti. Le sembra poco? Ecco, l’idea di aggregare al Molise ad un territorio ed una realtà importantissima sul piano economico ma anche turistico, culturale e infrastrutturale come Benevento nasce da qui”.

L’unione come viatico di crescita?
“Non solo, anche di tutela di servizi essenziali come quello della sanità. Mi spiego: l’aumento demografico e l’allargamento dei confini consentirebbe di avere un DEA di II livello di diritto, anche le risorse sarebbero maggiori, distribuite meglio su tutte le province e secondo una economia di scala”.

 

L’unione dunque farebbe bene a tutti?
“Certamente. Nessuno perderà alcun servizio e sarà l’occasione per fare gioco di squadra, unire le forze. Anzi, aree che singolarmente vengono definite marginali potranno invece raggiungere qualcosa di importante. Ne guadagnerebbe Benevento che aggregandosi avrebbe un accesso diretto al mare e alla costa molisana – le assicuro che i beneventani che scelgono le nostro spiagge sono tantissimi – e che spesso è distante da alcune dinamiche politiche. Ne guadagnerebbe Campobasso e tutto il Molise in termini di sviluppo, prospettive, numeri, peso politico e soprattutto avremo armi in più anche sul piano finanziario. Potremmo rafforzare le misure e le pratiche resilienti per chi vuole continuare a vivere su questi territori”.

E in infrastrutture?
“Ancora meglio. Noi oggi abbiamo una rete ferroviaria che andrebbe potenziata e farlo ci consentirebbe di accedere facilmente ad uno dei nodi dell’alta velocità più tecnologico e in via di definizione che è proprio Benevento accorciando i tempi di percorrenza e creando nuove connessioni”.


Lei prima ha accennato ai tempi, c’è chi accusa che potrebbero essere lunghi.
“Ripeto, ritengo che in dodici, diciotto mesi si possa concludere l’iter di distacco dalla Campania e dell’aggregazione di Benevento al Molise. Così come sono sicuro che i molisani guardino di buon grado a questa iniziativa. Quello che è più importante ora è però costruire una coscienza comune e popolare che accetti questa unione”.

 

L’iter da seguire però è chiaro.
“Sì, sarà necessario un referendum consultivo nei territori coinvolti così come previsto dall'articolo 132 della Costituzione. Sto già parlando e allargando il più possibile la partecipazione ad Università, società civile, sindaci e classe imprenditoriale. Dovrà essere un percorso allargato e il più possibile aperto a tutti”.

Insomma, è il tempo dell’interlocuzione e della costruzione, poi sarà il tempo di tutti i passaggi politici del caso, compreso quello istituzionale con il governatore Vincenzo De Luca che formalizzerebbe il distacco dell’area beneventana e poi l’aggregazione a quella molisana. Il Molisannio però stando alle parole pronunciate dal governatore Toma sembra pronta a sbocciare.

L’idea di una nuova grande macroregione costituita da due popoli fratelli è sempre più una scommessa sul futuro di questi territori e un investimento concreto verso le generazioni future.

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