Napolitano infastidito dal Cav. Crisi e spread tormentano il Colle

Pare proprio che la situazione non registri novita'. Tutto fermo come qualche giorno fa, tutto fermo al 13 agosto. Dal Quirinale non si conferma per niente l'esistenza di rapporti intensificati in queste ore con esponenti del Pdl, men che meno emissari venuti a porgere, sia pure telefonicamente, suggerimenti e proposte per una via d'uscita dall'impasse. Certo, al Quirinale non piace vedere questo costante tira e molla di minacce e blandizie sul destino politico di Silvio Berlusconi e su quello del Governo di Enrico Letta. Un fastidio che aumenta al diminuire delle valutazioni dei titoli della Borsa. Soprattutto, aumenta al diminuire delle prospettive di uscita da parte dell'Italia dalla crisi economica. In un momento in cui il premier si dice ottimista, l'Ocse manda a dire che siamo negli ultimi banchi della classe.
E allora perché accanirsi con una politica finora sterile di avvertimenti e penultimatum. Del resto al Colle ci si rifà una volta di più alla nota, per l'appunto, del 13 di agosto, nella quale si spiegavano regole, procedure e limiti connessi all'accoglimento di un'ipotetica grazia e di una commutazione della pena inflitta a Silvio Berlusconi. Si tratta di specifiche norme di legge oltre che di una prassi costituzionale consolidata. Quindi nessuna "preistruttoria da parte del Colle. Sarà Berlusconi a dover fare il primo passo, poi il Quirinale valuterà. Nel rispetto delle regole.