Pdl, tra falchi e colombe aveva ragione Nenni
Un dubbio, dopo la mega-esternazione di don Angelino Alfano, sul Corriere della Sera. Quando lo statista agrigentino si augura che il Consiglio nazionale del Pdl dovrà essere una festa, auspica un "embrassons nous" e un "volemose bene" tra governativi e lealisti, tra colombe e falchi e pitonesse?
E, scusi, don Angelino, per festeggiare cosa, dal momento che Epifani, Grillo e Vendola stanno per consegnare Silvio alle amorevoli cure di toghe obiettive e serene come Woodcock, Bruti-Liberati, i successori di Ingroia a Palermo?
Oppure, Alfano ha voluto annunciare che le sue truppe "faranno la festa" a Fitto, Verdini, Bondi e Danielona Santanchè?
Dirimente resta la questione del governo: restare o dimettersi, aprendo la crisi.
Difficilmente, i lealisti si accontenteranno della lieve bacchettata, affibbiata dal segretario del Pdl a Enrico Letta ("il premier non deve interessarsi delle dinamiche al nostro interno").
Più convincente ci sembra questa asserzione del ministro siciliano: "Berlusconi ha subito una grave ingiustizia ma è un uomo di Stato!". E, da statista, Silvio si comportò ad ottobre, salvando l'esecutivo.
Da allora, tuttavia, nè Letta nè tantomeno i dirigenti del Pd hanno dato un pur piccolo segnale utile a fermare, o almeno a posporre, la sentenza sull'espulsione del capo di FI dal Parlamento.
A questo punto, come avrebbe detto Pietro Nenni, ciascuno faccia quel che deve. E accada quel che può !
Pietro Mancini