Nicola Zingaretti deve combattere i renziani
Nicola Zingaretti tra anidride carbonica e cobalto
Nicola Zingaretti recita a soggetto, nel senso che deve recitare il ruolo del bravo segretario che miracolosamente si riappropria della barca alla deriva e la trae in salvo insieme all’equipaggio. Peccato che non sia così. Non solo il Pd, dopo il fisiologico effetto dell’elezione del nuovo segretario, si ritrova poco sopra il 20% che è considerata una quota minimale di sopravvivenza. Oltretutto il miraggio di riacchiappare i Cinque Stelle è rimasto appunto tale e il distacco c’è sempre, difficilissimo da colmare, soprattutto dopo la grana della sanità umbra che gli è scoppiata in mano, a mo’ di “benvenuto”. E se questo non bastasse occorre mettere in conto che il governatore del Lazio si è trovato di fronte una inaspettata guerra di logoramento condotta dai partigiani renziani che non hanno alcuna intenzione di collaborare con lui ed anzi lo stangano appena possibile, peggio dei nemici esterni. Insomma, un clima al veleno che rende tutto più difficile. Zingaretti probabilmente si aspettava un effetto catartico con un nuovo rinascimento del Partito democratico ma così non è stato. Il Pd è anche completamente fuori dal dibattito televisivo -come ammette un deputato anonimo- che è egemonizzato da Cinque Stelle e Lega, bravi a tenere lontano il terzo incomodo. Calcisticamente Zingaretti non tocca palla e come se non bastasse il suo ufficio comunicazione gli confeziona un bel regalo di Pasqua con un errore nel manifesto contro l’anidride carbonica che i grafici designano col simbolo del cobalto facendo ridere tutta la Rete. Il Pd in realtà non ha mai risolto un nodo fondamentale e cioè quello di Matteo Renzi, presenza ingombrante per chi punta tutto sul futuro.
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