Politica

No al terzo mandato, Papeete bis? Macché. dalla Lega mossa elettorale

Di Alberto Maggi

Tensioni ma il governo non cade. Salvini "rassicura" i veneti

Battaglia nel 2025 per la guida del Veneto

 

Sono passati pochi minuti dalla votazione del Senato che ha bocciato in modo ampio e netto l'emendamento della Lega sul terzo mandato che avrebbe consentito a Luca Zaia di ricandidarsi nel 2025 in Veneto. Una bocciatura arrivata con il no secco e compatto di Fratelli d'Italia e Forza Italia. Non solo, il partito di Giorgia Meloni è "irritato" per la ripresentazione in Aula dell'emendamento da parte del Carroccio nonostante fosse già stato respinto in Commissione. Affaritaliani.it chiede a una fonte leghista vicinissima a Matteo Salvini: e ora? Papeete bis e cade il governo? "Assolutamente no, non scherziamo".

La Lega sapeva perfettamente che l'emendamento sarebbe stato bocciato, non c'erano dubbi. Ma la forzatura in aula a Palazzo Madama serve a Salvini per cercare di placare le tensioni interne al partito al Nord, confermate ieri da Zaia (che ha parlato di "innegabile dibattito interno"), e soprattutto in Veneto. In sostanza, il segretario leghista e vicepremier ha tirato dritto, sapendo che Giorgia Meloni si era rimessa al Parlamento senza legare le sorti del governo all'esito del voto, per dare un segnale all'elettorato veneto che nel 2022 alle Politiche aveva regalato a Fratelli d'Italia più del doppio dei voti della Lega.

Una mossa in chiave elettorale e in vista delle Europee figlia anche delle accuse piovute da più parti a Salvini, all'interno del Carroccio, di essere un partito troppo nazionale e non più attento alle istanze del Nord. Un'operazione di marketing che porta tensione nella maggioranza ma che non farà cadere l'esecutivo. La partita è rimandata al 2025 quando Meloni vorrà il Veneto con Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario al Senato, e la Lega vorrà tenerlo per sé con un altro leghista vicinissimo a Zaia. Ma per ora, assicurano i salviniani, nessun Papeete bis.