Nonno Giorgio diventa re
Di Pietro Mancini
Nonno Giorgio allarga ed estende i suoi poteri, comunica i suoi veti, i suoi diktat, i suoi penultimatum perché, a parte Grillo, Padellaro e Travaglio, glielo consentono: i governanti e i parlamentari - tra i quali, direbbe Andreotti, non si vedono giganti-la stampa, silenziosa e consenziente, e i cittadini.
Invece, in un Paese normale, spetterebbe al premier- che goda non della "non sfiducia", come il nipote di Gianni Letta (PDL), Enrico (PD meno L), ma della piena fiducia degli elettori e dei cittadini-dire, di concerto con i sinora silenti Presidenti della Camera e del Senato, con rispetto e fermezza, a Napolitano, che è il Presidente della Repubblica e non, come Umberto di Savoia, buonanima, a lui fisicamente molto somigliante, il Re d' Italia : Caro Presidente, lei eserciti il suo mandato, secondo quanto prevede la Costituzione, noi assolveremo ai nostri doveri e compiti !
Ma, da quanto tempo, l'Italia è un Paese non proprio, dalemianamente, normale, dove le regole non vengono rispettate, dove il Capo dello Stato nomina e licenzia gli esecutivi, la maggioranza non governa e l'opposizione non è messa in condizione di controllare l'esecutivo? Pertanto, delle 2 l'una. O stiamo tutti zitti, ritirandoci in campagna, come Tonino Di Pietro, e assistiamo, rassegnati, allo stravolgimento della democrazia e delle sue regole. Oppure, esortiamo una forza, come il M5S, in Parlamento, ad alzare la voce e a reclamare i suoi diritti, tra i quali l'elezione di propri rappresentanti alle Presidenze di delicati organismi bicamerali di controllo, come la Vigilanza su "matrigna" Rai e quella sui servizi segreti, il COPASIR.
Ho scritto, non a caso, "alzare la voce" e non postular poltrone. In quanto presiedere quegli organismi è, da sempre, riconosciuto all'opposizione e non è una gentile concessione della maggioranza, peraltro non eletta dal popolo italiano, che non ha approvato la formula dell' "inciucione" o governissimo.