Palazzi & potere
A proposito dell'emergenza profughi...

A colloquio con Gianni Pittella, capogruppo Socialisti e Democratici al Parlamento europeo
On. Pittella, in questi giorni è tornata di stringente attualità l’emergenza profughi. Lei ha rivolto un appello a tutti i candidati sindaci per aprire i corridoi umanitari, ci vuole spiegare questa proposta?
“La crisi dei profughi ci impone di assumerci le nostre responsabilità. La solidarietà si deve trasformare in azioni concrete. Ad esempio a Trento, la Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con il Governo italiano, la Provincia, la Diocesi e alcune associazioni di volontariato, ha permesso di trasferire decine di famiglie siriane dai campi profughi a Trento, dove ora sono accompagnate in un percorso di integrazione civile e professionale. Invito tutti i candidati sindaco ad aderire a questa proposta: non possiamo dimenticare che queste persone non vengono qui in vacanza ma fuggono dalla guerra, dalla miseria e da regimi dittatoriali. Come facciamo noi italiani a dimenticare queste cose quando anche noi siamo stati emigranti e scappavamo dal fascismo e dalla povertà? È nostro dovere aiutare queste persone.
Ma allora come è possibile che l’Austria, paese a guida socialdemocratica, abbia potuto solo pensare di alzare un muro al Brennero?
“È un piano folle! I valori di solidarietà, che sono della sinistra, non si cambiano a seconda della situazione, anche perché i risultati elettorali sono sotto gli occhi di tutti: è dimostrato che la sinistra non prende voti se insegue la destra. Spero che la vittoria di Van Der Bellen serva per rigenerare la sinistra ed i suoi valori troppo spesso piegati agli umori elettoralistici”.
In questi due anni è cambiato il rapporto tra Italia ed Europa?
“All’apertura della legislatura noi Socialisti e democratici, gruppo nel quale noi italiani siamo la maggioranza relativa, fummo chiari con Junker che aspirava alla carica di presidente della Commissione europea: se vuoi il nostro appoggio, bisogna aumentare gli investimenti e ridurre l’austerità. La concessione di flessibilità ottenuta dall’Italia per i suoi conti pubblici ed il Piano investimenti hanno dimostrato che c’è stato un cambio di passo nei nostri rapporti con l’Europa. Ora il prossimo obbiettivo è la rottamazione del fiscal compact che sarà alla base del piano di rilancio per tutta l’Europa. E l’Italia, con il Governo Renzi, è il punto di riferimento principale del riformismo possibile in Europa in questa fase, e sarà il motore del rilancio.
Carlo Cotticelli