Che dicevamo? Ecco a voi il nazareno III - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Che dicevamo? Ecco a voi il nazareno III

CHE VI DICEVAMO? ECCO A VOI IL NAZARENO III! VERDINI A RENZI: CI SERVE SILVIO PER SOPRAVVIVERE (AD OTTOBRE). IL GIORNALE CONFEREMA LE NOSTRE ANTICIPAZIONI

L' esordio di Denis Verdini, nel bel mezzo dell' emiciclo del Senato, è quello dell' inguaribile ottimista, quasi del guascone. «Il referendum sulle riforme costituzionali? Renzi - risponde - vince 70% a 30%. Lui ha uno slogan chiaro: mandiamo a casa i senatori. Il nostro capo, Berlusconi, ci ha insegnato che le campagne si vincono con uno slogan azzeccato». Ma quando la spavalderia toscana, quel tratto che lo rende tanto simile a Renzi, lascia il posto al ragionamento, allora nelle parole dell' inventore del patto del Nazareno si intravedono i dubbi e le paure che angosciano i suoi seguaci. Il Verdini sincero, quello del confessionale, scopre i possibili limiti del suo disegno politico e chiede aiuto. A chi? Naturalmente a Berlusconi. Eh sì, la vecchia volpe ha capito che il premier non ha nessuna intenzione di cambiare la legge elettorale, che, al di là della pubblicità di maniera, al referendum il governo rischia, che i vari «centrini», più o meno alleati, non supereranno mai la soglia del 3%, la percentuale di «sopravvivenza».

«Noi - spiega, lusingando appunto il suo vecchio capo - abbiamo emarginato la sinistra del Pd, ma ora c' è bisogno del Cav. Mi fanno la guerra tutti. Zanda tratta direttamente con gli scontenti per evitare che qualcun altro venga nel mio gruppo. Mi basterebbero 20 senatori in più per fare a Renzi una proposta sulla giustizia impensabile, ma che non potrebbe rifiutare. Una sola, ma vera.

Magari mandare in soffitta la legge Severino. Anche perché lo stesso Renzi ha capito che prima o poi toccherà a lui: il suo discorso in Senato dimostra che in 2 mesi abbiamo costretto il Pd a un cambiamento antropologico. Ma l' unico che può rimettere insieme l' area centrale, il pulviscolo di sigle dello 0,5%, dell' 1% è Berlusconi. Un' area che potrebbe guardare a un centrodestra non egemonizzato dalla Meloni e da Salvini. O a Renzi. L' unico che può farlo, appunto, è il Cav.

A bene vedere si tratta di un corteggiamento diretto, quasi un sos al Cav. Parole che riecheggiano in fondo lo spirito del discorso di Renzi in Senato: anche lì tanta spavalderia, ma l' approccio al tema sulla giustizia, il ricordo delle riforme fatte insieme a Forza Italia, le fusa al capogruppo degli azzurri Romani, dimostrano che Renzi è consapevole del pericolo che corre e del fatto che, per scamparlo, ha bisogno del Cav o, soprattutto, dei suoi voti.

«La matematica - osserva con una punta di sarcasmo il consigliere di Bersani, Miguel Gotor - non è un' opinione». E i conti sono semplici a farsi. Se il centrodestra, da sempre incline al masochismo, non sbaglia a Roma (per cui deve puntare o su Meloni o su Marchini), il Pd nelle prossime amministrative rischia di perdere a Milano e di non arrivare neppure al ballottaggio nella Capitale, né a Napoli. Per non parlare del referendum del prossimo autunno. I risultati di quello sulle trivelle dimostrano che lo schieramento anti-Renzi nel Paese è tutt' altro che debole. Anzi. «Se si fa un' equazione - spiega il leghista Claudio Borghi - mettendo in relazione l' affluenza delle ultime tornate elettorali e i risultati di domenica, si scopre che con il 50% di affluenza nel referendum sulla Costituzione il No arriverebbe al 57%». Esagerato?

Mica tanto. Anche i renziani allergici alla mera propaganda lo ammettono. «I dati di domenica - confida Rosa Maria Di Giorgi - sono terribili. Per vincere il referendum Matteo deve portare il 70-75% di italiani alle urne in autunno. E, soprattutto, non dovrebbe comportarsi come se avesse la fiducia di quel 51% di italiani che non ha». Sono ragionamenti, intuizioni che vengono confermati nei sondaggi, dove il No alle riforme costituzionali renziane è davanti già ora di qualche punto al Sì.

Un quadro generale che rende euforici gli oppositori di Renzi nel Pd. Insomma, Renzi è messo male.